La giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro la donna si celebra il
25 novembre di ogni anno, ed esorta ad un impegno incessante soprattutto verso «la violenza fatta alle donne e ai piccoli». Anche nel 2018 si moltiplicano le
iniziative di solidarietà.
Nel mondo sono migliaia le donne che aiutano altre donne: volontarie, mamme, mediatrici, operatrici antitratta, medici, insegnanti, religiose di associazioni nazionali, sindacati e movimenti femminili. Per un giorno in particolare, ma anche durante il resto dell'anno, si uniscono a tanti uomini e a tanti giovani in iniziative contro la violenza rivolta alle donne.
L'Associazione Papa Giovanni XXIII da 50 anni si batte per la parità dei diritti delle donne e della loro dignità accogliendo migliaia di bambine, adolescenti e donne. Sono ferite da abusi, maltrattamenti;
da oltre 20 anni vengono accolte molte vittime della violenza della tratta e dello sfruttamento della prostituzione. Quest'ultimo tema, che era cavallo di battaglia dell'impegno del fondatore don Oreste Benzi, è il punto di partenza di un cambiamento culturale sempre più urgente.
«Se nella società si continua ad essere liberi di acquistare il corpo femminile e usarlo a piacimento, abusandone come fosse un giocattolo, allora non ci sarà mai nessuna parità di genere, nessun rispetto. E non potranno mai diminuire le numerose forme di violenza legittimate da una cultura del dominio e del possesso. I casi di femminicidi lo dimostrano. E anche quelli più nascosti e dimenticati avvenuti per mano di clienti italiani su giovani donne prostituite, nel 2018 a Bergamo, Modena, Castelfranco Emilia, Torino e Frosinone», spiega Irene Ciambezi referente contro la tratta delle donne della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Violenza alle donne: ecco i numeri
A luglio 2018 in occasione della Giornata internazionale contro la tratta, la Comunità Papa Giovanni XXIII è entrata a far parte della
Rete nazionale abolizionista della prostituzione. Nel documento sono confermati dati agghiaccianti:
Il dieci per cento di tutti i crimini sessuati contro donne e bambine, stupro, percosse, ferimenti e uccisioni sono perpetrati su prostituite.
Nella prostituzione la donna è oggetto di violenza non solo da parte dei trafficanti ma anche da parte dei clienti che ne richiedono ‘i servizi sessuali’. È maggiore la violenza che le donne subiscono (il 35% in più di violenza rispetto alla popolazione femminile generale con un 26% in più di dipendenza da alcool e droghe) e le donne costrette alla prostituzione sono in pericolo per la propria salute:
- Il rischio di HIV è di 13.5 volte più elevato che nella popolazione generale femminile (dati OMS),
- Il disturbo post traumatico da stress è presente nel 68% dei casi e nell’80% è presente la depressione;
- i livelli di dissociazione sono similari a quelli della popolazione psichiatrica.
Inoltre, secondo un recente report condotto dal ginecologo Wolfgang Heide, le donne prostituite in Germania a 30 anni hanno già segni di invecchiamento precoce, hanno inoltre una serie di disturbi psicofisici quali: dolori cronici addominali, gastriti e infezioni frequenti e ogni tipo di malattie a trasmissione sessuali".
L'impegno di Don Oreste Benzi in difesa delle donne
Diceva don Oreste Benzi che ogni donna è una meraviglia, una presenza di dono per gli altri a partire dalla maternità, dalla relazione con il proprio sposo, dai talenti femminili creativi ed unici. «In molti paesi la donna è schiava. È schiava proprio colei che guarda i figli, lavora, si fa in quattro per il bene comune», denunciava il sacerdote riminese. Oggi la sua Comunità in 41 paesi nel mondo sostiene il genio femminile garantendo una famiglia, l’educazione, le cure mediche e dove è possibile il lavoro. Spiegava Don Benzi: «Questa è vera prevenzione ad ogni forma di abuso. La storia ci insegna che se in un popolo la donna ha il necessario, sa farlo arrivare anche agli altri. Continuiamo ad ascoltare il grido delle donne disperate per essere voce di chi non ha voce; non lasciamo più che soffrano da sole e diciamo a chi fabbrica le loro croci di smetterla».
Giornata contro la violenza sulle donne 2017
«Ogni violenza è una sconfitta per l'umanità», ha detto Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2017. Da Bari a Modena, da Napoli a Verona, da Rieti a Cremona, da Massa Carrara a Rimini si sono moltiplicati gli incontri promossi dall'associazione sul tema della violenza alle donne e in particolare di quella causata dallo sfruttamento della prostituzione. Nel 2017 un centinaio i Comuni d'Italia in occasione del Decimo anniversario della morte di don Oreste Benzi hanno scelto di dare voce alle centinaia di donne sopravvissute alla tratta, a quelle accolte nelle case-famiglia e nelle famiglie affidatarie della Comunità di don Benzi perché maltrattate dai partner, abbandonate di fronte alla gravidanza, abusate tra le mura domestiche. Sono donne di diverse nazionalità: italiane, magrebine, nigeriane, rumene, albanesi.
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza delle donne 2017 si sono confrontati sul dramma dello sfruttamento del corpo delle donne migliaia tra studenti, universitari, gruppi di associazioni, sindacati, amministratori comunali, grazie all'impegno di Cisl, AC e Agesci. Queste ed altre realtà hanno confermato l'impegno nella raccolta firme per la liberazione delle donne vittime di tratta e sfruttamento, secondo la campagna Questo è il mio corpo. Le iniziative sono culminate in una manifestazione nazionale a Modena che ha ripetuto quella avvenuta 20 anni prima: Don Oreste Benzi aveva organizzato una catena umana per la liberazione delle schiave nella tristemente famosa Località Bruciata della città estense.
Marco Tassinari, Irene Ciambezi
24/11/2018
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