Volontari italiani di Operazione Colomba si stanno recando in queste ore nel villaggio La Esperanza (nel Nord della Colombia) per monitorare la situazione, dopo l'ingresso nell'area di alcuni paramilitari armati avvenuto il 9 febbraio.
Il corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Colombia dal 2009, a sostegno della Comunità di Pace di San José de Apartadò che ha scelto di resistere in maniera nonviolenta al conflitto armato. La presenza di volontari nell'area impedisce, mantenendo accesi i riflettori dell'attenzione internazionale, l'acuirsi delle violenze. La presenza di volontari nell'area impedisce, mantenendo accesi i riflettori dell'attenzione internazionale, l'acuirsi delle violenze. Il 9 febbraio alcuni paramilitari con le insegne delle AGC (Autodefensas Gaitanistas della Colombia) hanno minacciato di sparare ai volontari internazionali.
«Siamo estremamente preoccupati per l'escalation di violenza, le minacce alla popolazione civile e ai volontari internazionali, che si stanno registrando in queste aree», dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile Generale della Papa Giovanni, che continua: «Ci appelliamo alle istituzioni italiane e internazionali affinché si adoperino, secondo le proprie competenze, per promuovere il rispetto degli accordi di pace e garantire l'incolumità dei membri della Comunità di Pace, dei volontari internazionali e della popolazione civile».
La Comunità di Pace di San José de Apartadò ha pubblicato nella notte un appello: «Non lasceremo mai nell'oblio il ricordo di tutte quelle donne e quegli uomini che con la loro vita hanno pagato la nostra scelta di resistenza civile, pacifica e non armata, e non esitiamo a chiedere pubblicamente a tutti gli attori armati di rispettare i nostri spazi di vita e di lavoro comunitario».
E' di pochi giorni fa la denuncia del Vescovo di Apartadò, Mons. Hugo Alberto Torres Marin in cui esprime profonda preoccupazione per l’aumento degli assassini di leader sociali e politici. Gruppi paramilitari hanno occupato le terre lasciate libere dalle FARC a seguito del processo di smobilitazione stabilito dagli accordi di pace de L’Avana.