Dal 9 aprile fino al 1 maggio, in Galleria Peschiera a Cesena (FC) sarà visitabile “aCasa”, la Mostra organizzata dal Centro Diurno socio-riabilitativo Don Oreste Benzi di San Tomaso (FC), gestito dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. La mostra ricostruisce i diversi spazi di convivialità della casa e nasce dal bisogno di comunicare l'importanza della casa come luogo privilegiato dell’accoglienza e della condivisione da parte degli artisti.
Abbiamo rivolto alcune domande a Flora Amaduzzi, responsabile del Centro Diurno Don Oreste Benzi e ideatrice della mostra:
Perché è importante organizzare queste mostre con le creazioni dei vostri ragazzi?
«È il modo estremamente originale che noi del centro Diurno Don Oreste Benzi abbiamo di vivere la “rimozione delle cause che creano emarginazione”, come diceva sempre don Oreste. La Mostra è una sfida e insieme una grande occasione, un momento didattico e culturale, di educazione alla diversità, alla convivenza, all’accoglienza, alla pace. È uno stimolo alla curiosità per l’arte, nella profonda convinzione che la bellezza artistica sia fonte di una nuova cultura del rispetto della diversità, del dialogo e dell’incontro».
Nel Centro Diurno l'arte è un linguaggio importante, perché?
«Per noi l’arte è un linguaggio veramente speciale e alla portata di tutti perché permette di esprimere e comunicare attraverso i colori, le forme e la scelta dei vari materiali i diversi stati d’animo. È necessario poter esprimere rabbia o dolore o gioia, entusiasmo ma anche paura e per chi non ha dimestichezza con le parole, l’arte diventa un linguaggio universale comprensibile da tutti, perché usa simboli e codici condivisibili da tutti».
Il titolo della Mostra è "aCasa", però fa parte della 9a edizione di "diversaMENTE ABILI", spiegaci meglio il contesto in cui è inserito tutto ciò.
«Ogni mostra “diversa MENTE ABILI” ha un tema e quella di quest’anno è “aCasa”, per ricordare il nostro fondatore don Oreste Benzi. Siamo alla 9ª edizione della Mostra chiamata “diversaMENTE ABILI”, in verità di mostre ne abbiamo fatte molte più di 9, ma solo 9 con questo nome. Si svolge ogni anno e nei primi anni l’esposizione era nella galleria comunale dove c’era molta visibilità, poi la galleria non era più disponibile e allora abbiamo cercato altrove. Non è facile trovare una galleria disponibile ad ospitare i nostri lavori. Per entrare in questa abbiamo partecipato ad un bando di concorso comunale e siamo rientrati tra i prescelti. Ogni mercoledì mattina siamo presenti in mostra con un laboratorio dal vivo per incontrare scolaresche o altri Centri Diurni che desiderano conoscerci e lavorare con noi».
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L'esposizione si apre con una grande installazione intitolata “Aggiungi un posto a tavola”, che consiste in un ampio mosaico di sgabelli in legno dipinti a mano. Lo sgabello rappresenta simbolicamente l’opportunità e la scelta di fermarsi, sedersi, occupare un posto, essere se stessi; rappresenta l'unicità dell'individuo nella sua globale convivenza. Indica che in una casa c’è sempre un posto disponibile per l’ultimo arrivato anche se improvviso e inatteso.
Il messaggio è chiaro: c’è un posto anche per te!