Quarant’anni. L’età della maturità, della consapevolezza. Così è per le Case Famiglia APG23. Sono passati proprio quarant’anni da quando le intuizioni di don Oreste Benzi su come rispondere ai poveri che bussavano alla porta hanno trovato espressione nella prima Casa Famiglia avviata a Coriano di Rimini nel luglio del 1973. «Possiamo dire che la fase di sperimentazione è finita. Non siamo più adolescenti dell’accoglienza, siamo ormai maturi e vogliamo far conoscere un modello che ha ormai ampiamente dimostrato la sua validità». Si esprime così Valter Martini, responsabile del Servizio Minori della Comunità Papa Giovanni XXIII, tra gli organizzatori del Convegno che l’associazione ha indetto a Rimini per il 31 maggio. «Non abbiamo la presunzione di dire che è un modello migliore degli altri, ma affermare che si tratta di un modello unico, per il quale chiediamo il pieno riconoscimento, anche da parte delle istituzioni».
La Casa Famiglia APG23 tra “genitorialità” e “multiutenza complementare”
La Casa Famiglia APG23 ha i suoi pilastri soprattutto in due caratteristiche: la “genitorialità” e la “multiutenza complementare”. Genitorialità vuol dire che le strutture della Comunità non funzionano con operatori, ma ci sono un papà e una mamma che – a titolo del tutto gratuito e in modo permanente – accolgono minori e adulti soli e disagiati, nella convinzione che solo una relazione di amore “familiare” può curare traumi e ferite e ricostruire le personalità lacerate. Un operatore, per quanto bravo e coscienzioso, per la natura stessa del rapporto (lavorativo) che instaura con l’accolto nella struttura non potrà mai fare questo.
Altra caratteristica è la "multiutenza complementare": la Casa Famiglia è una realtà composita, le persone non sono accolte per “categorie di utenza” ma a seconda del bisogno e possono essere diverse per età, sesso, condizioni fisiche, vissuti… proprio come in una vera famiglia.
Ciò che può dare un nonno, una nonna accolta, non o può darlo nessun’altro al di fuori di loro. Ciò che può dare una sorella ai fratelli e un fratello alle sorelle nessun altro lo può dare al di fuori di loro.
Il programma del Convegno: la Casa Famiglia APG23 sotto l’aspetto pedagogico, economico e sociale
Si partirà con un approccio multimediale: un video creato appositamente per l’occasione racconterà la nascita della Casa Famiglia APG23, il suo sviluppo, le peculiarità che la rendono un’esperienza unica.
Il compito di evidenziare gli elementi costitutivi della Casa Famiglia stile APG23 è affidato a Giovanni Paolo Ramonda, che oltre ad essere responsabile generale della Comunità, è da trent’anni papà di Casa Famiglia e, in quanto psicopedagogista, ne ha a lungo approfondito i fondamenti educativi.
Ma quali sono oggi i bisogni profondi, relazionali, delle persone che chiedono di essere accolte, sia minori che adulti? Ne parlerà Tonino Cantelmi, psichiatra, psicoterapeuta, presidente dell’Associazione italiana psicologici e psichiatri cattolici.
All’economista Stefano Zamagni, invece, il compito di analizzare l’esperienza delle Case Famiglia APG23 da un altro punto di vista: quello delle relazioni sociali ed economiche. La scelta della Casa Famiglia è infatti connessa fin dalle origini ad un particolare stile di vita sobrio, fraterno, basato sulla condivisione anche sul piano economico: può nascere da questa esperienza qualche indicazione per uscire dalla crisi attuale e sviluppare un modello socialmente ed economicamente sostenibile?
Conclude la mattinata un confronto con alcune esperienze che si sono sviluppate in maniera parallela a quella della Papa Giovanni: la Comunità di Nomadelfia, la Comunità dell’Arca e le Case della Carità. Storie diverse ma accomunate dalla volontà di dare una risposta di amore e di accoglienza a chi è solo e in difficoltà.
Alla ripresa dei lavori, dopo la pausa pranzo, un nuovo video tornerà a raccontare la Casa Famiglia APG23 attraverso una storia particolare, mentre sul palco entrerà in scena una clip teatrale che sarà una vera sorpresa e coinvolgerà anche alcuni ragazzi delle Case Famiglia. Perché la Casa Famiglia APG23 è fatta di vita e non solo di concetti. Il programma completo si trova qui.
La Casa Famiglia APG23 come provocazione
Al centro della giornata l’idea della Casa Famiglia APG23, non solo come risposta valida, ma anche come pungolo e provocazione, affinché tutta la comunità sociale ed ecclesiale diventi accogliente, attenta agli ultimi, agli emarginati. «Dobbiamo dare ai poveri le risposte di cui hanno bisogno, non quelle che fanno comodo a noi», è una nota affermazione di don Oreste Benzi.
Su questo principio sono stati chiamati a confrontarsi – con la regia del giornalista Dino Boffo, direttore di TV2000 – esponenti di istituzioni e mondi culturali diversi: Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna e rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia; Serenella Pesarin, rappresentante del Ministero della Giustizia e Direttore generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari; Ivanhoe Lo Bello, vicepresidente Confindustria per l’Education; Andrea Canevaro, pedagogista; Riccardo Prandini, sociologo; Mara Rossi, medico missionario, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII alle Nazioni Unite.
Il compito di concludere i lavori e lanciare nuove prospettive di azione torna quindi a Giovanni Ramonda.
Il cuore delle Case Famiglia APG23, ha sempre detto don Benzi, è la cappellina in cui è custodito “Gesù Eucaristia”, perché, ha sempre ricordato a chi voleva avventurarsi nella scelta della condivisione, «per stare in piedi bisogna stare in ginocchio». Per questo la giornata terminerà con la celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia.
In occasione del 40° compleanno è anche stato ridisegnato il sito dedicato alle Case Famiglia APG23: www.casafamiglia.apg23.org. Sul sito potete trovare, in una sezione apposita, informazioni aggiornate sul convegno, ma anche news e iniziative per chi vuole conoscere le Case Famiglia fondate da don Oreste Benzi.