Martedì 20 settembre scorso alla 33a sessione del Consiglio dei Diritti Umani il comitato di esperti (Advisory Committee) dell’ONU ha presentato il suo rapporto tematico (A/HRC/33/53/E) con cui ha fornito una prima lettura sul crescente fenomeno dei minori migranti non accompagnati. Un fenomeno che, secondo i dati disponibili, ha assunto le dimensioni di più di 30 milioni di minori migranti all’anno di cui la gran parte risultano essere minori non accompagnati.
Nel rapporto, si sottolinea come i minori migranti non accompagnati rappresentino una categoria particolarmente esposta alla violazione dei loro diritti umani e che, come gruppo vulnerabile, siano esposti a una serie di situazioni di estrema vulnerabilità come il lavoro forzato, traffico di droga, traffico di essere umani e sfruttamento sessuale (vedi para 56 2 57 A/HRC/33/53/E). Le cause che sono all’origine del fenomeno sono legate alla povertà dei paesi di origine, alle situazioni di guerra e di violenza diffusa e alle altre situazioni di mancato rispetto dei diritti umani che i minori vivono nei loro paesi d’origine. Ma per i giovani migranti spesso una grande motivazione per migrare è connessa all’impossibilità di costruire un futuro dignitoso nel proprio paese d’origine.
Oltre a depositare un intervento scritto, noi di APG23, durante il dialogo interattivo con il Gruppo di Esperti, abbiamo sottolineato la situazione di questi bambini che viaggiano a volte per mesi attraverso le più assurde violenze ed abbiamo richiamato con chiarezza che prima di essere rifugiati o migranti, regolari od irregolari, questi minori sono dei bambini e in quanto tali vanno protetti secondo quanto afferma la Convenzione dei Diritti del Fanciullo.
Nel colloquio con il Comitato di Esperti, abbiamo ribadito come la detenzione di questi bambini migranti è sempre contro l’interesse supremo del minore e non può essere accettata neppure come forma estrema. Nel nostro intervento abbiamo infine chiesto quali misure si possono adottare per proteggere in particolare gli adolescenti migranti, come migliorare le procedure che permettano la riunione delle famiglie e come permettere la partecipazione dei minori a tutte le procedure che li riguardano. Il testo del nostro intervento è stato co-firmato da altre 13 organizzazioni che hanno condiviso con noi l’urgenza di denunciare con forza la necessità di proteggere maggiormente questa categoria di migranti.
Proprio negli stessi giorni (il 19.09.2016) all’Assemblea Generale ONU di New York si è svolto un colloquio internazionale sulla situazione dei migranti e dei rifugiati.
Eminenti personalità e uomini politici di tutto il mondo si sono riuniti attorno ad un tavolo per cercare di dare una risposta ad un fenomeno che non può più essere considerato come una semplice emergenza temporanea ma si sta configurando sempre più come una vera e propria tragedia storica del nuovo secolo.
Tra le tante parole che sono state pronunciate segnaliamo il discorso dello Special Rapporteur on Human Rights of Migrants - Mr. François Crépeau che ha ribadito in maniera cristallina che i minori non possono essere incarcerati solo perchè migranti irregolari e che i canali umanitari sono l’unica soluzione che permette il rispetto dei diritti umani, della dignità e della vita di milioni di nostri fratelli e sorelle in cammino.