«L’esperienza di condivisione diretta con centinaia di bambini e ragazzi, che in questi quasi quarant’anni di presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII, sono stati accolti nelle nostre Case famiglia e famiglie affidatarie presenti in Piemonte, non fa che confermarci che il preminente interesse del minore è quello di restare nella sua famiglia di origine, se sufficientemente adeguata, ma ove non possibile, il minore va collocato in un’altra famiglia o una Comunità di tipo familiare come ben definito dalla legge 184/83». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al disegno di legge regionale denominato “Allontanamenti zero”.
L’affido familiare è un intervento di sostegno ad una famiglia in difficoltà.
«Se davvero il Presidente Cirio intende migliorare la tutela dei minori, — continua Ramonda — allora convochi le realtà sociali con le associazioni per predisporre strategie concrete di aiuto alle famiglie di origine ed interventi di tutela dei minori, perché non sono le difficoltà di tipo economico che portano ad interventi di inserimento fuori dalla famiglia d'origine».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha in Piemonte 35 case famiglia, vere famiglie in cui c'è posto per tutti, seguendo l'intuizione più profonda di don Oreste Benzi, che vide nella famiglia il luogo naturale dell'accoglienza; sono più di 50 in regione le famiglie aperte all’affidamento familiare.