«Prima di confermare l’ipotesi di una nostra presenza nel campo sarà necessario capire quanta gente vi resterà a vivere a lungo termine, e quante persone riusciranno invece a tornare nelle proprie case. Abbiamo dato la disponibilità al Vescovo di Ascoli Mons. Giovanni d’Ercole: potrebbe iniziare una nostra presenza stabile al fianco degli sfollati, così come abbiamo fatto in occasione degli ultimi eventi sismici importanti che si sono registrati, ahimè, in Italia». Lo racconta Stefano Paoloni, responsabile di zona della Comunità Papa Giovanni XXIII per l’area colpita dal terremoto del 24 agosto. Domenica scorsa fra gli sfollati ha partecipato alla Santa Messa.
Una delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII ha incontrato il capo-campo della tendopoli di Pescara del Tronto, Gianni Scamuffa, responsabile della Protezione Civile; il confronto con Don Alessio Cavezzi, direttore Caritas di Ascoli Piceno ha confermato quella che per ora è solo una possibilità: una condivisione diretta di giovani e di volontari nel campo.
Irene Ciambezi, autrice del libro Donne nel sisma è stata presente insieme a Caritas a sostegno delle popolazioni, in particolare dei minori, in occasione dei terremoti del 2009 a L’Aquila e del 2012 in Emilia Romagna: «La casa dove abbiamo fatto il campo di condivisione nel 2008 con 70 giovani ad Arquata del Tronto (AP) oggi non c’è più. Quando hai vissuto un terremoto, e ne senti un altro, si crea un’empatia unica con le persone, rivivi sulla tua pelle quegli istanti. L’angoscia ora è che lo sciame sismico si sposti, come è capitato a noi; i ragazzi si scrivono messaggi di solidarietà», racconta.
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La Comunità apre poi le proprie case: sabato 3 settembre in Località Castellocchio, frazione Eggi 1 a Spoleto (PG) alle 16.30 si terrà l’inaugurazione della casa famiglia del Magnificat.
Continua Stefano Paoloni: «Riguardo a questa casa abbiamo dato la nostra disponibilità all’accoglienza dei terremotati all’Arcivescovo di Spoleto Norcia, Mons. Renato Boccardo; l’accoglienza qui e nelle altre strutture andrà pensata sul lungo periodo», e aggiunge: «Ci caratterizza un’accoglienza non assistenziale, ma di condivisione e di scambio alla pari. A Castellocchio c’è la presenza stabile di un papà e di una mamma, e poi c’è per gli accolti la possibilità di collaborare nel frutteto, nell’oliveto, nella gestione degli animali».
Adesso in famiglia a Castellocchio sono in 12: Daniele Regini, ex falegname, ed Anna Mammola, ex educatrice, avevano già aperto le porte di casa a Peccioli (PI) nel 2009. Dal 2013 vivono qui e con 3 anni di lavori hanno fatto di un luogo disabitato un riferimento per molti. «È evidente la complementarietà dei nostri accolti: da A. di 6 anni a Franco di 69 sono rappresentate tutte le fasce d’età», spiega Daniele. «Aprirci alle chiamate del territorio, in questo caso alle vittime del terremoto, per noi è naturale. È il motivo per cui siamo qui», aggiunge Anna.
All’inaugurazione sarà presente Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che fin dall’alba del 24 agosto aveva invitato su Twitter i suoi followers alla preghiera per le vittime del sisma.
foto di Matteo Santini