Quest’anno la copertina di #IOSPRECOZERO è verde perché il tema chiave del libro è la sostenibilità, vale a dire la capacità di riuscire a vivere secondo modelli equi, che rispettino i sistemi naturali da cui traiamo le risorse e la dignità di ciascuno.
Don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, esprimeva questo concetto molto prima che diventasse di uso comune con queste parole: “Abbiamo perso il concetto che ciò che abbiamo è di tutti e che ognuno deve prenderne solo per la parte”. E andava oltre, dicendo: “L’attuale equilibrio è l’equilibrio del più forte sul più debole: oltre che a essere terribilmente ingiusto, non potrà reggere”.
Il mondo, così come va oggi, non è sostenibile, ed è necessario che ciascuno di noi si impegni a far parte del cambiamento. È proprio quello che sostiene il secondo volume di #IOSPRECOZERO, che anche quest’anno verrà consegnato a chiunque voglia fare una donazione libera durante l’iniziativa di sensibilizzazione e raccolta fondi Un Pasto al Giorno, promossa da APG23 il 22 e 23 settembre nelle piazze di tutta Italia.
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Come già per il primo volume, si propongono riflessioni, ricette culinarie, suggerimenti per provare a non sprecare più nulla, dal cibo agli oggetti, dalle risorse al tempo, e a vivere la nostra quotidianità in modo più sostenibile.
L’intento è quello di allargare la prospettiva da cui guardiamo alle cose, includendo nella visuale tanto le persone che abbiamo attorno quanto gli equilibri del pianeta.
È proprio guardando le cose da questo punto di vista che, oltre trent’anni fa, don Oreste Benzi decise di dare vita all’iniziativa Un Pasto al Giorno, dopo aver realizzato che per garantire almeno un pasto quotidiano a chi soffre la fame bastavano 10 mila lire al mese.
Oggi questa cifra va convertita nella moneta locale dei più di 40 Paesi in cui Apg23 è presente e moltiplicata per 7 milioni e mezzo di pasti all’anno – quelli che Un Pasto al Giorno cerca di garantire alle persone che ogni giorno bussano alla porta delle realtà di accoglienza di tutto il mondo anche grazie ai proventi dell’evento di piazza del 22 e 23 settembre.
Non fornisce soluzioni definitive, ma propone una riflessione che coinvolge tutti gli aspetti del nostro vivere quotidiano, perseguendo un obiettivo che viene dichiarato fin dal titolo: #IOSPRECOZERO. Lo ha realizzato la Comunità Papa Giovanni XXIII, da sempre impegnata contro la fame e la malnutrizione, che attraverso la campagna Un Pasto al Giorno si propone di garantire almeno un pasto quotidiano alle persone che incontra e accoglie.
Sprecare significa, letteralmente, “mandare in malora”: non solo il cibo che compriamo ma anche il tempo che ci è dato, il futuro dei nostri figli e di chi, oggi, si trova in condizioni di povertà. Le nostre scelte, infatti, hanno una risonanza molto più ampia di quello che immaginiamo.
#IOSPRECOZERO nasce proprio dal bisogno di affermare che la dignità di chi è meno fortunato passa anche dal trattare con rispetto ciò che abbiamo, di cui dovremmo considerarci non proprietari, ma amministratori oculati.
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È un libro di 60 pagine e occupa uno spazio discreto perché possa diventare un compagno di viaggio. È diviso in capitoli snelli, che snocciolano cinque argomenti – il cibo, gli oggetti, le risorse, il tempo e la vita – servendosi di citazioni illustri e di esempi di vita concreti. C’è chi ci prova, infatti: trasformando nell’ingrediente principale di una ricetta antispreco ciò che solitamente viene scartato, costruendo nuovi oggetti con materiali di recupero, condividendo l’automobile con chi deve fare la stessa strada.
Ma ci sono altri infiniti modi di aderire a questo pensiero, ed ecco il senso delle pagine bianche alla fine di ogni capitolo: annotare altre idee per trovare lo stile di vita più adatto a ciascuno di noi e poi condividere il tutto, utilizzando i social media e gli hashtag dedicati. L’idea di #IOSPRECOZERO, infatti, è quella di provarci insieme, perché in questo caso più che mai l’unione fa la forza: insieme possiamo davvero cambiare le cose. Interrogarci sulle nostre abitudini quotidiane è il primo passo per restituire alle cose il giusto valore e vivere così la quotidianità in modo più pieno e consapevole, per agire con responsabilità nei confronti del nostro destino comune e, nello stesso tempo, rispettare la dignità di chi soffre.