Ovunque ci sia umanità scartata e ferita, lì c'è la Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. Fedele alla profezia del fondatore "con la tonaca lisa", la «Apg23» profonde amore a piene mani, negli incontri quotidiani con tanti segnati dal mistero della sofferenza e dal rifiuto di una società indifferente alla vita più difficile da custodire.
Chiara voleva lasciare il compagno che la trascura e si ritrova incinta di lui. Giulia non se la sente di continuare perché né lei né il marito lavorano. Francesca ha una malattia all'utero e i dottori le hanno detto di abortire. Il Servizio Maternità della Comunità offre ascolto e propone soluzioni. Nel 2020 ben 798 mamme hanno chiamato al numero verde per le maternità difficili, più del doppio rispetto all'anno precedente. L'ambiente circostante, le persone con cui la neo-mamma vive, il lavoro precario, le difficoltà economiche, problemi fisici o psichici, sono alcune cause che incidono sulla decisione della donna. E la solitudine ingigantisce paure e ansie.
«Le donne si convincono che la cosa giusta da fare, per il bene di tutti, sia abortire - nota il responsabile del Servizio Maternità, Andrea Mazzi -. Tanti ancora parlano dell'aborto come di una scelta di libertà, ma la realtà ci dice che dove c'è aborto non c'è libertà e dove c'è libertà non c'è aborto».
Cosa offrono a gestanti le donne del Servizio Maternità? «La cosa più importante: si aiutano queste donne a dare un significato pieno alla loro esistenza - prosegue Mazzi - anche grazie ad altre donne con esperienze simili. Al dialogo segue la progettazione per risolvere i problemi. Il sostegno economico è importante ma non è né il primo né l'unico. Questa vicinanza concreta fa sentire alla mamma di non essere da sola, che qualcuno crede in lei e nel suo bambino. E allora il miracolo dell'aprirsi alla vita avviene».
La Comunità Papa Giovanni XXIII «è una grande famiglia in cui chi viene accolto e amato si sente protagonista»: così la definisce il responsabile generale Giovanni Paolo Ramonda.
Dalla nascita della Comunità, sono mutate le esigenze della famiglia, la società vive una grave denatalità, manca speranza nel futuro. Ma l'affiato della Papa Giovanni XXIII non è mutato. Giovanni Paolo Ramonda, il responsabile generale che ha preso il testimone da don Benzi, ne è convinto: «Dobbiamo sostenere in ogni modo le donne, perché dicano sempre il loro sì alla vita e alla maternità». Il futuro? «Un impegno crescente per uno Stato che non emargini i deboli ma che affermi la dignità di ogni persona, dall'inizio alla fine della vita».