SANTARCANGELO – “Insieme per vincere”: mai slogan è sembrato più appropriato. Vincere una competizione sportiva, ma soprattutto vincere i pregiudizi e abbattere le barriere che escludono i soggetti considerati più deboli. Uno slogan che nasce dal sodalizio tra la NTS Informatica Rimini basket e l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, tanto da far comparire sulle maglie dei granchi per la stagione sportiva 2015/16 il logo della Comunità fondata da Don Benzi.
In occasione del Natale, una rappresentanza della squadra biancorossa composta da Romano, Crotta, Chiera e Balic ha giocato una partita molto speciale assieme ai ragazzi della Papa Giovanni XXIII, scendendo in campo nella palestra Ag23 di Santarcangelo di Romagna, una struttura voluta dalla Comunità destinata ad essere usata da ragazzi “normodotati” e ragazzi con disabilità, diventata uno spazio di inclusione in cui quotidianamente lavorano gruppi misti con la passione per il basket. I ragazzi della NTS hanno giocato questa partita insieme a quelli dei centri diurni per disabili gravi dell’Apg23 in provincia di Rimini, Arcobaleno, Germoglio e Nodo.
«E’ la prima volta nella lunga storia del Basket Rimini – ha dichiarato Moreno Maresi, vice presidente dell’NTS – che si è pensato di unire i valori dello sport e della solidarietà. Sono orgoglioso di questa collaborazione, che oltre a dimostrare che il basket può essere giocato da chiunque, è per noi un impegno quotidiano, perché avvicina la società sempre più al territorio, valorizza delle potenzialità troppo spesso non considerate, quelle delle persone ai margini».
«Essere qui insieme è un segnale importantissimo – gli fanno eco i responsabili della Comunità Papa Giovanni XXIII – e segna un pezzo di storia del nostro territorio. Stiamo mettendo insieme dei valori non solo di solidarietà, ma percorsi educativi per i giovani e per tutta la società. Valori di sport, di solidarietà, di sostegno agli ultimi. Viviamo in una società complessa, che tende ad andare ad alta velocità e che purtroppo dimentica i tanti che non riescono a tenere il passo. Don Oreste Benzi diceva che una società che lascia indietro i più deboli è una società malata, senza futuro. Ecco perché grazie al rapporto tra queste due eccellenze della città c’è la possibilità non solo di far crescere bravi sportivi, ma soprattutto uomini completi. Ogni essere umano ha dignità e valore e nessun obiettivo, in quest’ottica, è irraggiungibile».