Solo una mamma sa quanto si sia disposte a fare per proteggere il proprio figlio. Qualsiasi cosa, trovando un coraggio che viene solo dalla forza dell’amore, dal desiderio di proteggere. Lo vivono ormai da mesi le mamme ucraine, costrette a scappare con i loro bimbi, sole o con i genitori anziani, lasciando i mariti là a combattere.
Tutti noi della Comunità Papa Giovanni XXIII, grazie al sostegno di tanti, siamo accanto a queste mamme coraggiose fin dallo scoppio del conflitto. A marzo, infatti, tre nostri volontari sono partiti per Leopoli per vedere cosa stava succedendo ai civili e fare la nostra parte. E oggi continuiamo a collaborare con altre realtà locali e non, per portare in salvo chi da solo non ce la farebbe, soprattutto i più fragili. Una volta giunti al sicuro in Italia e in Europa, li accogliamo nelle nostre Case Famiglia e realtà di accoglienza, cercando sistemazioni adatte per tutti.
Così le mamme della nostra Comunità, donne che dedicano la loro vita a bambini e anziani soli o con disabilità, accolgono e aiutano altre mamme coraggiose in cerca di qualcuno a cui appoggiarsi per ricominciare.
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Mamme come Elisa, che è scappata dall’Ucraina guidando da sola per 3 giorni e 3 notti per raggiungere l’Italia, fermandosi solo per far dormire i suoi 2 bambini e senza sapere quando e se potrà mai tornare indietro, nella sua casa. L’ha accolta mamma Elena, insieme al marito Gabriele, nella loro famiglia di Rimini dove oggi, pian piano, grazie all’amore ricevuto, sta ritrovando la forza di ricominciare una nuova vita insieme ai suoi figli.
O ancora, mamme delle nostre Case Famiglia, come Cristina, partita da Padova in macchina verso il confine polacco per raggiungere e portare in Italia con sé Hanna, una mamma scappata da Kiev con i suoi due bimbi, Tymur, di 9 anni, e Vlada, di 15, costretta alla sedia a rotelle a seguito di un intervento chirurgico. Arrivati in Italia, sono stati accolti da una famiglia legata alla rete delle famiglie accoglienti della nostra Comunità e oggi stanno ritrovando la serenità lontano dalle bombe. "Sono partita spinta dalla consapevolezza che ognuno di noi, quindi anche io, sarei potuta essere quella mamma." – racconta Cristina sul suo viaggio.
Mamme giovani come Julia, di 30 anni, con una figlia di 7, Katerina, e una mamma che per lei è punto di riferimento e aiuto. Quando è iniziata la guerra, Julia era qui in Italia per lavoro: aveva lasciato sua figlia con la nonna per guadagnare qualche soldo in più necessario per la famiglia. Allo scoppio delle prime bombe è partita in auto dall’Abruzzo arrivando a Kharkiv per prenderle e portarle con sé, in salvo. Ma è tornata solo con la piccola: sua mamma è rimasta in Ucraina accanto all’altro figlio di 23 anni, costretto alla guerra. Oggi Julia e Katerina sono accolte in una nostra Casa Famiglia di Rimini e Julia ha un nuovo punto di riferimento e aiuto per superare questo momento difficile: Monica, la mamma della nostra casa.
Fai una donazione sul nostro sito per aiutare le mamme che scappano dai conflitti per mettere in salvo i propri figli, rimboccandosi le maniche per ricominciare una nuova vita, e le mamme della nostra Comunità, che accolgono indistintamente e senza preavviso chiunque abbia bisogno di una mano.
Se vuoi, sempre a sostegno delle mamme coraggiose, puoi inviare alla mamma del tuo cuore un dono o un biglietto d'auguri digitale. È il modo più bello per festeggiare la Festa della Mamma!