Il Tempo del Creato è un momento, comune a tutto il mondo cattolico, nato per rinnovare la relazione con il Creatore e tutto il creato, grazie ad una serie di iniziative e preghiere sparse in tutto il mondo. Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII ha deciso di unirsi a questi momenti e soprattutto di interrogarsi su quanto la cura della terra e dell’ambiente in cui viviamo ci avvicini ancora di più a Dio e ci permetta di vivere in maniera più consapevole e responsabile.
Sono tantissime le realtà di accoglienza della Comunità che hanno scelto la terra e più in generale l’agricoltura come vero e proprio modello educativo e riabilitativo. In Italia e nel mondo, Comunità Terapeutiche, Cooperative Sociali, Case di pronta accoglienza, Comunità educanti per i carcerati (CEC) sviluppano attività in cui ci si prende cura sia degli ultimi che della natura. Prendersi cura delle piante e degli animali infatti accresce il senso di responsabilità dell’individuo e ne fortifica l’autostima. Persone in difficoltà o con disabilità trovano in questo tipo di attività una loro dimensione.
Lo racconta anche Francesco Simonetti, papà di Casa Famiglia cresciuto tra i campi, che trasmette ai suoi figli l’amore per i frutti che la terra ci dona: “La terra educa al gioire del proprio lavoro […] Ho visto ragazzi feriti dalla vita gioire per quel seme seminato e poi germogliato o persone con disabilità riempire il vasetto di terra e sentirsi utili, capaci di fare qualcosa. Ci sono anche le sconfitte: una grandinata, la mancanza di piogge… bisogna saper aspettare e continuare con perseveranza. L’orto e lavorare la terra ti educano davvero alla vita”.
La Casa Famiglia di Francesco è una delle tante Case della Comunità che hanno scelto, nella propria quotidianità di vita familiare, di usare la terra che li circonda per coltivare la frutta e la verdura da portare ogni giorno sulle proprie tavole e soprattutto per “sfruttarne” il potere educativo. C’è chi alleva galline, chi preserva semi antichi, chi coltiva piante officinali. Ogni casa ha un approccio alla terra diverso ma tutte condividono il fine ultimo di prendersi cura del creato grazie anche al lavoro di persone che altrimenti verrebbero scartate ed emarginate, per valorizzarle e restituire loro la dignità.
Papa Francesco con la sua enciclica Laudato Si’ ha scosso gli animi di tutti i cristiani del mondo esortandoli ad una vita più semplice, a contatto con la natura, preservandola, rispettandone i tempi e rispettando così anche i più deboli e i più poveri. “I nostri piccoli aspettano l’arrivo della neve con gioia sapendo che arriverà sicuramente solo quando dalla grande quercia vicino al cimitero cadrà la sua ultima foglia nell’autunno inoltrato […] e poi l’estate quando si inizia ad aspettare come una festa che le angurie siano mature per raccoglierle dall’orto e dissetarsi gustandole insieme”. Francesco nella sua testimonianza ci racconta di queste bellezze straordinarie, apparentemente semplici ma che permettono davvero di guardare il creato con altri occhi.
Lavorare la terra con le mani e col cuore è davvero possibile e per noi della Comunità è un dovere per le generazioni future, per la terra in cui viviamo e per tutte le persone in difficoltà che accogliamo.
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