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Elezioni 2018: le nostre proposte

Costruire una Società del Gratuito con 5 proposte politiche

Gentile candidato,

questa breve lettera è rivolta a te, che intendi metterti a servizio della più alta forma di carità umana: la politica (Papa Paolo VI). Noi apparteniamo alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da un sacerdote, don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo in Italia ha lottato contro la tratta delle schiave della prostituzione.
Don Benzi è stato l'inventore della casa famiglia. Da 50 anni noi apriamo le nostre porte e diamo una famiglia a chi non ce l'ha. Non solo bambini, ma anche adulti, ragazzi che escono dalle dipendenze, ex prostitute, senza fissa dimora. Insomma tutti. La famiglia è il luogo dove curiamo i nostri accolti e dove ci curiamo noi stessi. Perché? Perché essa è la risposta al bisogno innato di relazione che abbiamo.

Nel nostro piccolo cerchiamo di costruire una Società del gratuito. In essa, ognuno detiene il bene dell'altro: nel bene di tutti c'è anche il bene individuale. E’ un’idea inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando la sua vita è fragile, debole, da sostenere.

Ben sappiamo che il nostro Bel Paese è ricco, bello, pieno di cultura. Ma sappiamo anche che tanti problemi affliggono molte persone. Ci permettiamo di consigliarti di fare come facciamo noi: partire dagli ultimi. Il motivo è semplice. Se si parte dagli ultimi, allora possiamo abbracciare ed aiutare tutti.
Qui di seguito ti illustriamo alcune nostre 5 proposte concrete per sostenere le persone e le famiglie in Italia, a partire da quelle più fragili.
Grazie per il tuo servizio al Bene Comune,

Giovanni Paolo Ramonda, presidente Comunità Papa Giovanni XXIII




1° proposta: istituire un Ministero della Pace

Questo nuovo Ministro della Pace potrebbe avere competenza sulle materie che riguardano le seguenti aree: 

  • Promozione di politiche di Pace 
  • Disarmo e monitoraggio dell’attuazione degli accordi, 
  • Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, con particolare riguardo ai Corpi Civili di Pace ed il Servizio Civile 
  • Prevenzione e riduzione della violenza sociale e culturale,  e promozione di un linguaggio libero dall’odio.
  • Qualificazione delle politiche di istruzione rispetto a nonviolenza, trasformazione positiva e nonviolenta dei conflitti, tutela dei diritti umani e mantenimento della pace.
  • Mediazione sociale, riconciliazione e giustizia riparativa.

Per la proposta completa, scarica il pdf


2° proposta: liberare le donne vittime di tratta

La prostituzione in sé è sempre abusante. Tale pratica ha conseguenze disastrose sulla psiche delle donne. Le donne che si prostituiscono, siano esse dentro i bordelli, siano sulle strade, soffrono degli stessi disturbi psicologici dei veterani di guerra. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli, spesso cresciute in condizioni famigliari violente ed abusanti,  private dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l'inganno. Non si può affermare che chi va con le prostitute stia esercitando una libertà. È una “libertà” nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta. È un atto che nasce da una catena di sopraffazioni, non può essere in alcun modo considerato una contrattazione fra due contraenti liberi. Il cliente quasi sempre conosce questa situazione, in questo modo diventa lui stesso uno sfruttatore. Ecco cosa proponiamo:

  • Al Governo Italiano si chiede l'approvazione di un Disegno di legge volto a punire il cliente delle donne che si prostituiscono in un'ottica di percorso riabilitativo e rieducativo in linea con la Raccomandazione del Consiglio d'Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere del 2014 (c.d. Risoluzione Honeyball).

Per la proposta completa, scarica il pdf


3° proposta: riabilitare i detenuti

Il progetto di alternativa al carcere proposto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII si chiama “CEC- Comunità Educante con i Carcerati” ed è sperimentato, a partire dagli anni '90, in 5 strutture residenziali, offrendo concrete opportunità di cambiamento e di rieducazione. Come risultato c'è una drastica riduzione della recidiva, che arriva a circa il 10% Ad oggi, sono state accolti oltre 1600 detenuti ed ex-detenuti presso le nostre strutture. In ambito Europeo l’Associazione è stata capofila del progetto"Reducing prison population: advanced tools of justice in Europe", volto ad ampliare la conoscenza, allo scambio di pratiche innovativecirca le alternative al carcere.

  • Riconoscere le comunità educanti con i carcerati e sostenerle con una retta.
  • Garantire l'accesso alle misure di comunità anche di chi non ha la possibilità di un domicilio.
  • Mai più bambini in carcere.
  • Abolizione dell'ergastolo ostativo.

Per la proposta completa, scarica il pdf


4° proposta: in difesa della vita

Gli indici demografici, da circa un trentennio attestano un inesorabile invecchiamento della popolazione: i dati ISTAT 2016 confermano da anni una netta diminuzione della natalità, 17.000 in meno rispetto al 2014 e 91.000 nati in meno rispetto al 2008. Le cause di questo “lungo inverno demografico” sono da attribuirsi ad una compresenza di fattori di natura sociale, culturale, economica, sanitaria e di assenza di politiche familiari e del lavoro. Don Oreste Benzi diceva “Ad ogni donna deve essere riconosciuto il diritto di non abortire e di poter accogliere il figlio che porta in grembo in condizioni dignitose”.

  • Reddito minimo di 800 euro mensili per i primi 3 anni di vita del bambino, alle mamme in gravidanza, in condizioni economiche sfavorevoli rilevabile dai dati ISEE o in assenza di lavoro.
  • Definire procedure standardizzate a livello nazionale volte a rimuovere le cause che inducono la donna all'aborto, così come dichiarato nell'art. 5 della legge 194, stabilendo risorse economiche ed umane a ciò dedicate specificatamente ed adeguatamente formate.
  • Porre in essere tutte le azioni necessarie alla promozione del parto in anonimato come alternativa estrema all'aborto.
  • Istituire la figura del Garante dell'infanzia prenatale, «considerato che il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa una adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita» (dalla Convenzione dei Diritti del Fanciullo).

Per la proposta completa, scarica il pdf


5° proposta: liberi dalle dipendenze

Nell'ultima Relazione Annuale sulle Tossicodipendenze del 2017 elaborata dal Dipartimento Politiche Antidroga si sottolinea come «oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ha fatto uso di cannabis. Ancora più preoccupante se si pensa che circa 90mila studenti riferiscono un uso pressoché quotidiano della sostanza e che quasi 150mila studenti sembrerebbero farne un uso problematico. L’uso sperimentale di sostanze psicoattive coinvolge circa un terzo degli studenti minorenni frequentanti le scuole superiori». A queste dipendenze si aggiungono inoltre la problematica relativa al gioco d'azzardo patologico, che a differenza di altri tipi di dipendenze, ha conseguenze disastrose non solo sugli individui, ma anche sulle famiglie, le quali vengono esposte a seri problemi di indebitamento. Infine da segnalare la dipendenza dal Web e tutte le altre forme di videodipendenza. Per liberarsi da queste dipendenze e dalle tragiche conseguenze, ecco le nostre proposte:

  • Prevenzione nelle scuole sugli effetti dannosi delle droghe, in particolare della cannabis.
  • Attivare la Conferenza Nazionale sulla lotta alle dipendenze patologiche, prevista dall'attuale normativa.
  • Convocare la Consulta Nazionale degli esperti presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, come previsto dal testo unico 309/90.
  • Rafforzare il coordinamento tra i ministeri di competenza del governo centrale con le Regioni.
  • Campagne di sensibilizzazione sulla dipendenza da web ed oscurazione dei siti web vietati ai minori di 18 anni.
  • Divieto della pubblicità del gioco d'azzardo.

Per la proposta completa, scarica il pdf

Scarica il libretto completo con le 5 proposte politiche
 

Per approfondire, ecco alcune riflessioni di Giovanni Paolo Ramonda:


Come si vota: dopo proporzionale classico, Mattarellum, Porcellum e Italicum, ora arriva il Rosatellum

Per la prima volta, alle imminenti elezioni politiche, voteremo con la nuova legge elettorale, frutto di un estenuante dibattito tra le forze politiche che ha lasciato disorientati i cittadini. Vi spieghiamo per punti come funziona e a cosa serve il nostro voto.

Quando si vota?

Domenica 4 Marzo dalle ore 7 alle 23.

Per cosa si vota?

Siamo chiamati ad eleggere i rappresentanti del Parlamento. L'Italia è infatti una Repubblica Parlamentare. Il fatto che in molti simboli di partito sia scritto il nome di qualche leader non deve trarci in inganno: non possiamo eleggere il Governo. Il Presidente del Consiglio è colui che riceve l'incarico dal Capo dello Stato ed ottiene la fiducia dal Parlamento.

Attenzione! Nella stessa data si svolgeranno anche le elezioni regionali di Lazio e Lombardia. Qui sì invece che si elegge direttamente il Presidente della Regione. Così come accade per i Sindaci.

Chi può votare?

Per la Camera chi ha almeno 18 anni, per il Senato chi ne ha almeno 25.

Con quale legge elettorale voteremo?

Una legge elettorale indica le regole con cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti. È una sorta di operazione che trasforma i voti espressi dagli elettori in seggi del Parlamento. Lo scorso 3 Novembre è stata approvata la nuova Legge, chiamata Rosatellum dal nome del suo ideatore. Essa vale sia per la Camera che per il Senato. Si tratta di un sistema elettorale misto:

  • il 37% dei seggi è assegnato con un sistema maggioritario uninominale (un solo candidato per ogni coalizione): in ciascun collegio è eletto il candidato più votato;
  • il 61% dei seggi è assegnato con un sistema proporzionale: sono istituiti collegi plurinominali (con più candidati per ogni lista);
  • il 2% dei seggi è destinato al voto degli italiani all'estero, con sistema proporzionale.

Cosa sono le soglie di sbarramento?

Sono un livello minimo di voti necessari ad un partito per accedere alla ripartizione dei seggi. La soglia di sbarramento è utilizzata per limitare l'eccessiva frammentazione partitica. In questo modo, pur riducendo la rappresentatività, si permette una maggior governabilità. In questa legge elettorale è prevista una soglia di sbarramento del 3% per le singole liste. Chi non raggiunge questa soglia non può entrare in Parlamento.

Sono presenti coalizioni?

Sì, ma non sono obbligatorie. Una coalizione è un insieme di partiti che si uniscono condividendo un programma elettorale e che candidano una sola persona in ogni collegio maggioritario.

Si possono esprimere preferenze?

No, non è prevista l'espressione di voti di preferenza. Nei collegi plurinominali i candidati vengono eletti secondo l'ordine fissato. Si tratta delle cosiddette liste bloccate, in cui l'elettore non può scegliere il suo candidato preferito, ma può solo votare per quella lista.

Cosa sono le pluricandidature?

La legge prevede la possibilità di candidarsi in più collegi plurinominali, fino a cinque, ed eventualmente anche in un collegio uninominale. Questo meccanismo permette ai leader di fungere da traino in più collegi, ma serve a ridurre il rischio per molti candidati di non essere eletti, come una scialuppa di salvataggio.

Cosa sono le quote di genere?

Per favorire la rappresentanza di uomini e donne, nei collegi plurinominali l'elenco dei candidati di ciascuna lista deve seguire l'alternanza di genere (maschio-femmina).

Come si vota nelle elezioni 2018?

Occorre ricordare che il Parlamento è diviso in due rami. Da una parte la Camera, composta da 630 Deputati. Dall'altra il Senato composto da 315 senatori. Dunque noi riceveremo 2 schede: una per la Camera, un'altra per il Senato.

Potremo esprimere il nostro voto in 3 modi differenti:

  1. Tracciando un segno sul simbolo di una lista: in questo caso il voto si estende al candidato nel collegio uninominale che quella lista sostiene.
  2. Tracciando un segno sul simbolo di una lista e sul nome del candidato del collegio uninominale da questa sostenuto: il risultato è uguale a quello sopra.
  3. Tracciando un segno solo sul nome del candidato del collegio uninominale (senza indicare alcuna lista): in questo caso, il voto vale per il candidato nel collegio e si estende in automatico alla lista che lo sostiene.

È possibile il voto disgiunto?

No, non è ammesso, pena l'annullamento della scheda. Non potremo quindi votare contemporaneamente per un candidato di un collegio maggioritario e, nel proporzionale, per una lista a lui non collegata.

 Qui il facsimile delle schede elettorali fornito dal Ministero dell’Interno.

 

 



Luca Luccitelli
27/02/2018
TAG: Ramonda
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