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Modena, catena umana contro la schiavitù, sul marciapiede del sesso a pagamento

Basta donne schiave: una catena umana contro la prostituzione

A Modena nella giornata Internazionale per l’Abolizione della Schiavitù 2017

Schiavi oggi, è possibile? Certamente, visto che si parla di 21.000.000 vittime della schiavitù moderna che ci sono nel mondo, di cui il 59% ai fini della prostituzione. In Italia fra le 75.000 e le 120.000 donne sono schiave del sesso; la conferma arriva nel bel reportage del Guardian.

Il 2 dicembre di ogni anno è la Giornata Internazionale per l’Abolizione della Schiavitù, indetta nel 1949 dalle Nazioni Unite. Ogni anno è un'occasione per denunciare, con eventi e manifestazioni, la tratta degli schiavi moderni, e per fare qualche proposta.

Nek aderisce alla campagna contro la schiavitù

La Giornata Internazionale contro gli schiavi 2017 ha visto l'adesione di Nek, del batterista dei Modena City Ramblers Roberto Zeno, di Claudia Koll: insieme a molti altri comuni cittadini hanno alzato la voce per chiedere alle istituzioni impegno per contrastare la schiavitù delle donne. Nel 37% dei casi di prostituzione si tratta di schiave bambine o poco più, con una carriera che in alcuni casi inizia già a 13 anni.

 

 

Le star dello spettacolo a Modena si sono unite insieme, in una catena umana, insieme alla gente comune. Chiedevano l'approvazione di una legge che sconfigga la schiavitù moderna, e hanno firmato e chiesto a tutti di firmare una petizione: Questo è il mio corpo, che propone di contrastare il mercato del sesso scoraggiando la domanda da parte dei clienti delle prostitute. Una proposta concreta, facilmente attuabile, che vede al fianco istituzioni politiche di tutti gli schieramenti e realtà della Chiesa.

 

#FOTOGALLERY:MODENA2017#

 

«Siamo qui insieme a La Bruciata a Modena, su quegli stessi marciapiedi dove di notte sono costrette a prostituirsi giovani donne violate, sfruttate per i guadagni di trafficanti senza scrupoli, qui come avviene ogni notte in tante altre città italiane», hanno esordito gli organizzatori. Vent'anni fa esatti, il 23 dicembre 1997, c'era Don Oreste Benzi alla testa del migliaio di persone che si erano riunite su questo stesso marciapiede, in catena umana.

Claudio Ferrari è un volontario delle unità di strada ed è stanco di assistere ogni notte alle stesse scene: «Tutte le sere nella città di Modena si prostitutuiscono 70 ragazze, impegnate a vendere il proprio corpo 10 volte almeno, per poter rientrare delle spese. Quando riusciamo a farle scappare ci raccontano storie di violenza devastanti; vengono stuprate, picchiate, spaventate a morte. Abbiamo organizzato questo evento per urlare che tutto questo non è giusto».

Al fianco delle prostitute a Modena c'erano anche i normali cittadini, costretti a convivere con la schiavitù del sesso. Sono arrivati dalle Parrocchie della Madonnina, del Tempio, di San Giovanni Evangelista, dove il fenomeno è più grave.

«Se penso alle parole del Vangelo "ero forestiero e mi avete accolto", non posso restare indifferente di fronte al dramma delle tante donne che su questi marciapiedi sono sfruttate e usate, mentre erano venute in Italia pensando di trovare un lavoro. Per questo rifiutiamo una forma di sfruttamento così inumana»: il Vescovo di Modena Mons.Erio Castellucci era anche lui tra quei cinquecento volti - tantissimi i giovani – di Agesci, Cisl, Nuovi Orizzonti, Focolarini, Arci, Azione Cattolica, Centro missionario, Forum associazioni familiari che sono rimasti per più di un'ora al freddo, lungo i 1300 metri del marciapiede de La Bruciata.

 

Storie di Donne schiave: le testimonianze

Ecco i racconti della catena contro la traccia, nei filmati di  TRC e della Gazzetta di Modena.

Al microfono ha parlato Sonia, arrivata in Italia a 13 anni: ha raccontato la fuga dalla Nigeria e la schiavitù in Libia, e poi come è sopravvissuta nell'attraversare il Mar Mediterraneo. E poi la fine del viaggio: più volte a sera veniva abusata sulle strade da decine di clienti italiani, molti adulti sposati ed indifferenti di fronte alla sua adolescenza. «Perchè nessuno li punisce?», ha gridato.

E poi c'era la storia di Maddalena, venduta come prostituta incinta sulla Via Emilia. È stata liberata, come altre 7000 dal '98 ad oggi, dalle Unità di strada della Comunità di don Benzi.

E non poteva mancare il racconto di un cliente: Fabio ha raccontato il suo inferno fatto di alcol, droga e abusi di donne, una doppia vita che è cambiata solo dopo l'esperienza in carcere.

In alcuni comuni d'Italia la proposta di legge firmata da Nek è già realtà: regolamenti locali recentemente approvati hanno fatto passi enormi in avanti nella direzione di sanzioni per i clienti delle prostitute. Alla catena umana erano presenti i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Firenze, Rimini, Carpi, San Felice sul panaro, Castelfranco Emilia, tutti con la fascia tricolore.

Il coordinatore della campagna Questo è il mio corpo, Giorgio Malaspina, ha ricordato a tutti che è sufficiente una firma per sostenere la proposta di legge depositata alla Camera lo scorso 16 luglio: propone sanzioni ai clienti delle prostitute e l'avvio di percorsi socio-riabilitativi, per contrastare alla radice il fenomento della riduzione in schiavitù delle donne ai fini dello sfruttamento sessuale. Una schiavitù mai realmente abolita del tutto. Malaspina ha invitato il Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, anche lui presente, a sostenere questa linea. E il Sindaco ne ha preso atto: «È necessaria una normativa sanzionatoria».

 

Firma qui anche tu contro la tratta delle donne: Petizione Questo è il mio corpo



Marco Tassinari, Irene Ciambezi. Foto di Andrea Bendandi
05/12/2017
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