184 milioni di euro: a tanto potrebbe arrivare il fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave che si ritrovano prive del sostegno familiare. Il disegno di legge approvato il 3 febbraio alla Camera dei Deputati dovrebbe andare in discussione al Senato entro la primavera. Al centro del palco saranno le regioni, che tramite bandi potranno destinare ingenti denari per la creazione di gruppi appartamento, residenze private, comunità alloggio.
«Ma non case famiglia composte da un papà e una mamma, che volontariamente accolgono i disabili quando i genitori naturali non sono più in grado di occuparsi di loro: le "case famiglia" questa legge non le cita proprio»: Donatella Cremonese, che nella sua casa ospita due disabili gravissimi, è andata a dirlo oggi in Senato.
Il ddl prevede anche meccanismi di tutela dei patrimoni che le famiglie destinano al futuro di figli disabili; agevola la sottoscrizione di polizze previdenziali ed assicurative.
Donatella è coordinatrice del Centro diurno accreditato l'Arcobaleno, gestito dalla cooperativa La Fraternità, in cui vengono svolte attività socio-riabilitative con adulti disabili gravi.
La Comunità Papa Giovanni XXIII, cui questo centro fa capo, è stata invitata oggi in audizione dalla Commissione Lavoro per commentare il disegno di legge.
Un altro punto che le sta molto a cuore è quello della stesura di un «progetto di vita», auspicato dal progetto di legge per le persone accolte. L’eventuale amministratore di sostegno della persona con disabilità dovrebbe - è la proposta - occuparsi di tenerlo aggiornato.
«Ma l’amministratore di sostegno si occupa degli aspetti economici della vita dell’assistito, e non della valorizzazione delle sue capacità residue, delle relazioni, dell’inserimento sociale», commenta Donatella.
La delegazione Apg23 ha espresso apprezzamento per le finalità previste dalla nuova legge, ma ha sottolineato che «le persone con disabilità grave necessitano di interventi continuativi, di un progetto di vita che riconosca in maniera positiva l’esserci del disabile come persona, che non si occupi solo delle sue funzioni vitali, cognitive, sensoriali. La legge potrebbe dare un riconoscimento a chi osserva con attenzione l’accolto, dandogli cura e amore ogni giorno della vita.
Vanno coinvolte anche la scuola, le cooperative, i Centri socio educativi ed occupazionali, i luoghi di incontro».
«Sarebbe importante estendere le garanzie previste anche a persone con disabilità media e lieve; e servirebbe una progressiva presa in carico della persona già durante l'esistenza in vita dei genitori», è l'auspicio della Comunità di Don Benzi.