A Natale ci siamo seduti insieme ai nostri cari intorno alla tavola imbandita; a Capodanno abbiamo fatto il bilancio dell’anno passato e brindato a quello nuovo, augurandoci che sia ricco di tutto ciò che desideriamo. E ancora abbiamo festeggiato l’Epifania, prima di tornare al lavoro, allo studio, alla routine quotidiana.
Non per tutti è stato così.
Le persone che vivono in strada guardano alle Feste da un’altra prospettiva. Proprio perché il mondo intorno a loro celebra la gioia dell’attesa e la speranza nel futuro, loro si sentono più soli, più emarginati.
Ecco perché la Comunità Papa Giovanni XXIII ogni anno si impegna in modo particolare per star vicino a chi vive in strada e per far sì che sia davvero festa per tutti.
Le nostre Mense di Strada di Torino, Genova e Milano hanno organizzato pranzi e cene in grande stile, oltre al consueto servizio che non si è interrotto nemmeno la sera del 24 e quella del 31 dicembre.
“Il menù è diverso rispetto al solito” ci tiene a precisare Lucia, da Roma, dove si festeggerà venerdì 11 gennaio, quando le luci e le iniziative organizzate dalle tante associazioni della capitale si sono già spente e a tanti viene la malinconia. “Ci sono l’antipasto, la carne, i dolci, che non possono mancare quando si celebra un’occasione importante! Per una volta poi mangiamo seduti, in un salone apparecchiato per bene, invece che al freddo fuori dalla Tuscolana”.
Le Capanne di Betlemme hanno aperto la loro porta davvero a tutti, a chi vive in strada, ai vecchi amici, a chi è arrivato grazie al passaparola.
A Bologna erano tutti invitati per il pranzo; a Rimini, il 25, è arrivato perfino Babbo Natale con i regali, mentre a Milano ci si è ritrovati per la consueta tombola dell’Epifania, dove ciascuno porta un premio da mettere al centro della tavola. Hanno fatto notizia il veglione di Capodanno a Riccione e alla Capanna di Chieti, a cui hanno partecipato anche moltissimi i giovani, che hanno preferito questa esperienza ai festeggiamenti tradizionali.
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Non sono state da meno le Unità di Strada di tutta Italia, che hanno trovato il modo di organizzare qualcosa di speciale.
Benché i mezzi a disposizione siano sempre limitati si è voluto portare un segno del Natale anche negli angoli più nascosti e bui. Il panettone da mangiare insieme, un sacchetto di biscotti, un regalo a ciascuno (calze e guanti pesanti, scarpe e sacchi a pelo a chi ne aveva bisogno), impacchettato e completato da un biglietto di auguri, così com’è giusto che sia.
“Vogliamo essere una grande famiglia allargata dove c'è posto per tutti. Non abbiamo voluto organizzare delle Feste per gli ultimi, ma con gli ultimi: ogni anno celebriamo il nostro Natale, Capodanno ed Epifania insieme a loro, a tavola gomito a gomito, aprendo i regali – non andiamo a festeggiare, poi, anche da qualche altra parte, in modo diverso, perché loro sono la nostra famiglia” ha detto Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.“
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Succede in Italia come all’estero: si è fatta festa con gli ultimi anche a Santiago del Cile, a La Paz in Bolivia, a Tirana in Albania, ad Atene in Grecia, perfino a Sidney in Australia – ovunque sia attivo il servizio per l’emergenza di strada di Apg23. In Russia si festeggia proprio oggi, 7 gennaio, il Natale ortodosso: la Mensa di Strada di Volgograd ha preparato la borsch, la zuppa tradizionale, mentre l’Unità di Strada di Astrakhan sta distribuendo un regalo a ciascuno. Perché sia davvero festa per tutti.
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