Nel 2024 sempre più numerosi i migranti e i richiedenti asilo che si spostano verso il nostro continente in condizioni pericolose da aree dove sono più frequenti i conflitti armati, le emergenze climatiche e la violenza diffusa a livello intrafamiliare e sociale. Sono bambini, uomini, donne, persone transessuali che provengono da paesi particolarmente esposti alla tratta e al grave sfruttamento. Ogni anno colpisce in Europa circa 10 mila vittime accertate. Fuggono in particolare da Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Costa d'Avorio, Camerun, Tunisia, Marocco, Perù, Colombia, Brasile, paesi non sicuri.
La Comunità Papa Giovanni XXIII è particolarmente allarmata in questi giorni per quanti arrivano attraverso il Mediterraneo rischiando più volte la propria vita. Sono persone per lo più vulnerabili che hanno bisogno di protezione, di recupero della propria dignità e di un futuro al sicuro. Condividiamo le parole di monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes riguardo al "modello albanese" costruito - a detta del governo - proprio per contrastare la tratta di persone, «siamo passati dai muri alle prigioni», «un grande spreco di risorse». Ma chi fugge da minacce, torture, gravi condizioni di violenza e limitazione della libertà non ha bisogno di prigioni. Chi cerca asilo in Europa lo fa perché nel suo paese non è più né libero né al sicuro: ha bisogno di accoglienza sensibile e integrazione non di trasferimenti forzati. Metà dei paesi sicuri nella lista del governo, in realtà sono luoghi in cui minorenni, giovani, donne sono reclutati sempre più via social per essere destinati a sfruttamento del lavoro o al mercato del sesso o ai matrimoni forzati. Se rimpatriati, cadrebbero di nuovo in pericolo tra le mani di sfruttatori senza scrupoli che ben conoscono le nostre regole.
La Comunità di don Benzi dal 1996 impegnata al fianco delle vittime di tratta sperimenta sul campo che la differenza tra traffico illegale di persone (smuggling) e tratta per sfruttamento (trafficking) ormai non si distingue più. Pesanti debiti, minacce, torture, condizioni pericolose di viaggio, lavori forzati o sfruttamento della prostituzione nei paesi di passaggio caratterizzano il viaggio di questi invisibili, senza identità. Nello scorso anno assistite 101 persone, 60 femmine e 41 maschi. Età prevalente: 29 anni.
In occasione della Giornata istituita dalla Commissione Europea nel 2006, la Comunità Papa Giovanni XXIII sarà presente insieme agli enti capitanati dal Numero verde Nazionale Antitratta in diverse città italiane - in particolare a Bari, Reggio Calabria, Rimini, Verona - per sensibilizzare la cittadinanza sul fenomeno della tratta.
Per conoscere tutti gli eventi in Italia vai al link Giornata europea contro la tratta 2024
Per conoscere le attività della Comunità di don Benzi vai al link Report antitratta 2024