«Dietro le apparenze di donne che mostrano la loro bellezza si cela l'orrore di una vera e propria forma di moderna schiavitù. Stupri, violenze, ricatti, minacce alle famiglie d'origine, riti vodoo. Fino alla morte di tante giovani che sono partite da paesi poveri con la speranza di una vita migliore» spiega Giovanni Paolo Ramonda, il successore di don Benzi alla guida della Comunità che quest'anno celebra il 50° anniversario dalla fondazione, in vista del Convegno a cui parteciperà a Pescara organizzato in questa ricorrenza europea.
«Se i clienti sapessero quello che vivono realmente queste povere donne, spesso poco più che bambine, sono sicuro che rinuncerebbero a comprare questi corpi - continua Ramonda - I clienti sono complici di questa ingiustizia. Come i magnaccia».
Un coro unanime si alza per dire basta a stupri, ricatti e assassini di giovani prostituite. Come il caso recente, macabro e inquietante, della giovane rumena barbaramente assassinata e bruciata da un cliente italiano a San Donnino, che interpella le coscienze sul tema della violenza di genere e del femminicidio nel sistema prostitutivo.
In occasione della XII^ Giornata europea contro la tratta, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza 2 eventi per sensibilizzare sul fenomeno e promuovere la Campagna Antitratta "Questo è il mio corpo" per la liberazione delle donne vittime di tratta e di sfruttamento sessuale.
A PESCARA
Evento col patrocinio della città di Pescara e in collaborazione con l'Arcidiocesi di Pescara - Penne, Cisl di Pescara, Libera contro le mafie.
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A BOLOGNA
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#LIBERAILTUOSOGNO
Inoltre il Numero Verde Nazionale in aiuto alle vittime di tratta e grave sfruttamento, ripropone in numerose piazze italiane un gesto semplice per la giornata del 18 ottobre, ma dal grande valore simbolico. La liberazione in aria di un palloncino recante il messaggio #LIBERAILTUOSOGNO, è la metafora della liberazione simbolica del sogno di migliaia e migliaia di bambini, donne e uomini del pianeta che ogni giorno vengono portati con l’inganno dal loro Paese di origine in un altro allo scopo di essere sfruttati nell’ambito della prostituzione, dello sfruttamento lavorativo, delle economie illegali, dell’accattonaggio forzato o del traffico di organi. Per conoscere tutte le iniziative è possibile visitare la pagina Facebook oppure il sito dell'Osservatorio Interventi Tratta
I dati parlano chiaro. Nei 28 Paesi dell’ Unione europea sono 30.146, di cui oltre 1.000 minori, le vittime registrate di tratta e sfruttamento, a fronte di stime che parlano di circa 3,6 milioni di persone in schiavitù in Europa nel 2016. Sono i dati del recente Rapporto 2018 di Save the cheldren intitolato “Piccoli schiavi invisibili”. In Italia si registra un incremento del 53% rispetto all’anno precedente. In una sola notte, infatti a ottobre 2017, la rete di organizzazioni riunite nella Piattaforma Nazionale Anti-Tratta ha rilevato 5.005 vittime in strada, tra cui 211 minori. Le unità di strada dei servizi anti-tratta stimano una presenza media di vittime di tratta richiedenti asilo pari a circa il 30%, quasi 1 su 3. Emerge anche - come già sottolineato dagli operatori dell’Associazione Papa Giovanni XXIII dal 2015, nel libro denuncia “Non siamo in vendita” dell Casa editrice SEMPRE - che spesso i trafficanti utilizzano i Centri di accoglienza straordinari (Cas) per reclutare le giovani e sfruttarle anche nelle vicinanze delle stesse strutture. Ma è la questione delle minori la più allarmante: tra le vittime accertate in più del 93% sono ragazze nigeriane tra i 16 e i 17 anni. Un caso che desta preoccupazione a quello delle minorenni che a Ventimiglia, al confine italo-francese, si vedono costrette a prostituirsi per guadagnare i soldi necessari ad attraversare la frontiera, pagando ai passeurs somme tra i 50 e i 150 euro per il viaggio in auto. Dopo le ragazze nigeriane, le ragazze rumene costituiscono il secondo gruppo più numeroso nella prostituzione su strada in Italia. Si tratta soprattutto di adolescenti o neomaggiorenni più vulnerabili provenienti dalle aree più svantaggiate della Romania, come le regioni della Muntenia e della Moldova, in particolare i distretti di Bacau, Galati, Braila, Neamt e Suceava.