“Un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”: questa è la proposta di Papa Francesco, per la realizzazione di una nuova economia che parta dal cuore dell’uomo, più giusta, sostenibile e con un nuovo protagonismo di chi oggi è escluso.
Una proposta, questa, che raccoglie spinte già presenti nella società contemporanea e sogni già espressi da altri, tra cui don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ormai decenni fa ha teorizzato la cosiddetta Società del Gratuito: una società in cui beni e risorse vengono messi in comune e ciascuno riceve nella misura in cui ha bisogno. Una società che fa della condivisione il suo cardine.
La teoria di don Benzi ha trovato applicazione in molteplici progetti intrapresi dalla Comunità, primi tra tutti i centro socio occupazionali e le cooperative sociali nate per dare un lavoro a quelle persone considerate inabili dalla società.
Queste esperienze hanno confermato negli anni come la cura della persona e dei suoi bisogni, per Apg23, non possa essere disgiunta dall’attenzione verso i processi produttivi e le logiche economiche. E come sia possibile scardinare l’attuale logica del mercato, modificandola dal suo interno e superando i semplici obiettivi del guadagno e del risparmio per mettere al centro la creazione di legami autentici.
La teoria della Società del Gratuito e le esperienze da essa scaturite sono alla base del nuovo modello economico proposto dalla Comunità: l’Economia di Condivisione.
Giovanni Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, non perde occasione di sottolineare come l’Economia di Condivisione possa essere una risposta concreta alle problematiche a cui il momento storico che stiamo vivendo ci mette di fronte.
È fondamentale però testimoniare e dimostrare come questa proposta non sia un’utopia, una teoria valida solo sulla carta, ma un modello che già trova la sua realizzazione. Un modello che può e deve uscire dai confini della Comunità per essere applicato su larga scala.
Da qui nascono l’idea e l’esigenza di dialogare con autorevoli personaggi dell'Economia e delle Istituzioni, portando le numerose esperienze della Comunità al confronto con altri modelli economici che si muovo nella stessa direzione e che sfidano con successo il mercato e le sue leggi attuali.
Solo uniti agli altri, infatti, potremo dar vita a quella rivoluzione auspicata da don Oreste Benzi, in cui i più fragili vengono messi al centro e segnano il passo, diventando motore dell’economia e della società.
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