Il caso di Ivan, un
neonato abbandonato a Palermo, ha sollevato interrogativi sulla gestione dell'affido familiare in situazioni di emergenza. Il bambino, rimasto due mesi in ospedale dopo il ricovero, ha messo in luce l'assenza di "famiglie ponte" pronte ad accoglierlo.
Matteo Fadda, presidente dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, ha sottolineato l'urgenza di promuovere l'affidamento familiare come risposta immediata per i minori in difficoltà. La mancanza di preparazione e di risorse adeguate ha portato a una situazione inaccettabile, dove un neonato ha dovuto attendere in ospedale invece di ricevere l'accoglienza di cui aveva bisogno.
Fadda ha evidenziato come il primo bisogno di un bambino sia quello di sentirsi accolto e di avere figure genitoriali che possano prendersi cura di lui, specialmente nei primi giorni di vita. Il presidente dell'Associazione ha richiamato l'attenzione sulla necessità di formare famiglie affidatarie capaci di rispondere ai bisogni dei minori in modo tempestivo e adeguato. La legge italiana prevede che i minori privi di un ambiente familiare idoneo siano affidati a famiglie preparate, ma a Palermo, la mancanza di associazioni che formino queste famiglie ha portato a una situazione di stallo.
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