Noi dell’APG23 negli ultimi anni ci siamo battuti, assieme a molte altre NGOs nel mondo, perché il diritto alla pace venisse dichiarato formalmente come diritto umano all’interno del Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra. Negli ultimi 4 anni abbiamo seguito i lavori del gruppo intergovernativo sul diritto alla pace cercando di fare pressione sugli Stati perché venisse riconosciuto come pre-condizione per il rispetto di tutti gli altri diritti umani.
Anche durante la 32° sessione del Consiglio, che si è appena conclusa, abbiamo proposto un intervento orale congiunto con altre due organizzazioni della Società Civile con l’obiettivo di richiamare l’attenzione di tutti i paesi sulla necessità e l’urgenza di proclamare solennemente il diritto umano alla pace. (video al minuto 20)
Il nostro intervento orale è stato subito ripreso anche dalla campagna di sensibilizzazione della NGO spagnola Paz sin fronteras / Peace without borders che ne ha postato un ampio stralcio ribadendo: “la necessità per le persone nel mondo che sono vittime di conflitti armati, violenza diretta, strutturale o culturale ed i cui diritti umani devo essere rispettati e protetti di avere una dichiarazione sul diritto alla pace che sia significativa, consensuale e rilevante e che possa avere un impatto concreto sulla vita di queste persone.”.
Proprio durante l’ultimo giorno dei lavori della 32 sessione dello HRC è stata discussa e votata quindi la risoluzione A/HRC/32/L.187 che conteneva come allegato una nuova “dichiarazione sul diritto alla pace”.
Una dichiarazione che durante i negoziati tra i paesi è stata progressivamente svuotata di molti elementi importanti, ma che, nonostante tutto, ha ancora il valore aggiunto di dichiarare il diritto alla pace come diritto umano definendolo nell’articolo 1 come il diritto “di ciascuno di godere della pace in modo che tutti i diritti umani siano promossi e protetti e lo sviluppo sia totalmente realizzato”
Con questa nuova dichiarazione adottata dal Consiglio dei Diritti Umani si completa il panorama delle dichiarazioni ONU sul Diritto alla Pace. E si chiarisce il carattere individuale e collettivo del diritto umano alla pace definendolo come una precondizione per il rispetto di tutti i diritti umani.
Durante la discussione che ha preceduto l’adozione della risoluzione 32/18, Cuba ha affermato, tra le altre cose che: “la Pace non è una utopia ma è un diritto umano di ogni individuo e di tutti i popoli” (documento in spagnolo) (video).e che essa rappresenta “una delle condizioni fondamentali per il rispetto di tutti i diritti umani ed in particolare per il rispetto del diritto supremo alla vita”.
Al contrario i Paesi Bassi (in nome di alcuni paesi dell’Unione Europea) ed il Regno Unito hanno preso la parola per affermare che non avrebbero votato la risoluzione contenente la Dichiarazione sul Diritto alla Pace. Gli argomenti per giustificare il voto contrario sono stati: la mancanza di un fondamento giuridico nel diritto internazionale, la mancanza di una definizione certa del concetto di “Pace” accettata a livello internazionale. Paradossale risulta poi l’ultima argomentazione espressa per giustificare il voto contrario: secondo i paesi occidentali “l’assenza di pace in un paese non può giustificare la violazione sistematica dei diritti umani nello stesso”. (video al minuto 9.44) A nostro avviso questo argomento contro il diritto umano alla pace è paradossale perché viene utilizzato dai paesi occidentali per salvaguardare il mercato delle armi e giustificare gli interventi armati nelle situazioni di conflitto in nome della sicurezza internazionale. Argomentazione paradossale perché la sicurezza internazionale viene contrapposta alla pace mentre ambedue assieme rappresentano uno dei tre pilastri fondamentali delle Nazioni Unite (assieme ai Diritti Umani ed allo Sviluppo).
La risoluzione / dichiarazione è stata quindi adottata ai voti e non è invece passata per consenso come secondo noi era auspicabile. Dei 47 paesi membri del Consiglio 34 hanno votato a favore; 9 si sono dichiarata contrari (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Lettonia, Slovenia, Repubblica di Korea, Macedonia e Regno unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord) e 4 si sono astenuti (Albania, Svizzera, Georgia e Portogallo). Ora la risoluzione verrà portata all’Assemblea Generale di New York dove ogni paese si dovrà esprimere con un voto a favore o contro il diritto umano alla Pace.