Dal 3 al 5 Ottobre 2016 si è svolto presso il palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra il Social Forum 2016 che aveva come titolo “La promozione ed il godimento pieno e paritario di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità nel contesto del decimo anniversario dell’adozione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità”.
Come ogni anno il tema del Social Forum è stato deciso durante una precedente sessione del Consiglio dei Diritti Umani (giugno 2015) dove è stata adottata per consenso la risoluzione A/HRC/RES/29/19.
Il Social Forum è un meccanismo del Consiglio dei Diritti Umani che nasce con l’obiettivo di agevolare l’interazione e la comunicazione tra gli Stati e la società civile, per permettere un incontro il più possibile aperto ed informale tra il mondo delle varie organizzazioni della società civile ed il mondo dei diplomatici e dei funzionari ONU.
Ogni anno infatti tre intere giornate di lavoro su un tema specifico sono dedicate al dialogo aperto tra i rappresentanti della società civile, i delegati degli Stati ed i funzionari dell’ONU permettendo così l’ingresso al palazzo delle Nazioni Unite anche di quelle organizzazioni che normalmente non potrebbero partecipare ai lavori perché non accreditate in ECOSOC
Nel mondo esistono circa un miliardo di persone con disabilità e l’80 % di loro vivono nei paesi in via di sviluppo.
Nei tre giorni del Social Forum 2016 si è discusso e spaziato tra tantissimi temi come l’accessibilità e la non discriminazione, la realizzazione dei diritti umani delle persone con disabilità e tutti gli obiettivi raggiunti in questo campo, le politiche nazionali e gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030; si è celebrato il decimo anniversario dell’adozione della CRPD (Convenzione dei diritti di persone con disabilità) e si è discusso di quali passi ancora devono essere fatti per garantire il pieno godimenti dei diritti umani per tutti «senza lasciare nessuno indietro - no one will be left behind» (dal preambolo Agenda 2030)
Come Comunità Papa Giovanni XXIII abbiamo seguito tutti i lavori ed abbiamo preso parte attiva ai vari dialoghi che si sono succeduti nei tre giorni.
Con uno dei nostri interventi (vedi video al minuto 1.46.00) abbiamo sollevato la questione della mancanza di tutela dei diritti dei bambini disabili che non possono nascere perché vittime della selezione eugenetica e di innumerevoli aborti soprattutto nei paesi più sviluppati ed abbiamo anche sottolineato come invece il diritto alla vita anche per i feti con disabilità è fortemente riconosciuto dalla Convenzione dei diritti delle persone con Disabilità (art. 14 CRPD para b) senza distinzione di genere.
In un secondo intervento (vedi video al minuto 36:15) abbiamo sottolineato come, per perseguire efficacemente gli obiettivi sostenibili dell’Agende 2030, non basta chiedere l’implementazione della CRPD ma occorre battersi sinergicamente per l’implementazione del diritto allo sviluppo. Infatti la dichiarazione del diritto allo sviluppo oltre ad aver ispirato l’Agenda 2030, se implementata fornisce uno strumento utilissimo per rimuovere gli ostacoli internazionali ed internazionali che si oppongono ad uno sviluppo pieno ed integrale dei popoli e delle persone.