In Italia sono tre milioni i disabili e di questi solo un milione ha l’indennità di accompagnamento. Oltre 200mila vivono ancora in istituto o in Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale). Molti invece vivono “segregati” in casa, a causa dell’assenza di sostegno, se non quello della famiglia. Secondo l’Eurostat la spesa media per disabile dei Comuni è di 8 euro al giorno, al di sotto di quella europea. E per quanto riguarda l’occupazione, si stima che meno di un disabile su cinque lavora.
E nonostante queste cifre poco gratificanti in questi giorni si sono moltiplicate le iniziative promosse dal nord al sud in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone disabili, voluta nel 1981 dalle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno il 3 dicembre. Secondo l'Agenda per lo sviluppo sostenibile, sono 17 gli obiettivi da raggiungere per una vera integrazione delle persone disabili come cittadini attivi. E principalmente riguardano il tema del lavoro, della scuola, dell'accessibilità, della vita indipendente. Per questo la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato in diverse città dal nord al sud Italia l'evento "Io valgo oltre le barriere" dando voce alle persone disabili in diversi contesti sociali.
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C’è chi ha scelto di incontrarsi con gli studenti delle superiori per un cambiamento dei punti di vista come è avvenuto a Bologna con l’evento promosso dalla Cooperativa La Fraternità dal titolo “Io valgo perché mi vedi”. Andrea è uno dei ragazzi disabili che il 2 dicembre ha incontrato gli studenti dell’Istituto Superiore Ettore Majorana di San Lazzaro (BO) per raccontare dal vivo cosa significa per una persona disabile andare oltre le barriere e integrarsi nel tessuto cittadino con le stesse opportunità che hanno tutti. Nelle scuole superiori sarà poi Claudio Imprudente, Presidente di Accaparlante.it, uno dei più significativi archivi digitali sull'handicap, a continuare nei prossimi mesi momenti formativi sul tema della disabilità. A seguire, oltre 500 tra studenti e ragazzi disabili di 20 Centri Diurni emiliani che hanno partecipato al tradizionale Torneo di Bowling per tutti, a fine mattinata hanno realizzato anche un flashmob per mettersi nei panni dell’altro e imparare a vederlo, indossando simbolici occhiali di cartone e “scattando” delle gigantografie “umane” stile Instagram.
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C’è chi i propri diritti li ha fatti valere invece attraverso lo sport. A Catania i campioni di diverse discipline sportive hanno affiancato i "futuri campioni" disabili nel corso dello Sport Ability 2016, patrocinato dal Comune di Catania, dal Comitato Italiano Paralimpico e dall’Inail. Il 2 dicembre nella città sicula l’evento è stato un’occasione di sport di tutti e per tutti, con l’esibizione di diverse discipline olimpiche da parte di atleti di taratura nazionale, internazionale ed olimpica. Raimondo Alecci, tennistavolista, ha infatti dichiarato che: «L'handicap è soprattutto una sfida con se stessi e lo sport paralimpico sta abbattendo le barriere, favorendo l'integrazione». Erano presenti anche Samuele Stella, Irene e Giuseppe D'Antonio del Centro Ro La Formichina della Comunità Papa Giovanni XXIII di Catania e anche Marcella Li Brizzi, campionessa italiana di scherma in carrozzina (spada femminile dal 2012 al 2015) e Martino Florio, campione di nuoto, che ha portato la fiaccola all’apertura delle Universiadi 1997 di Catania e adesso sta avviando una squadra di basket in carrozzina.
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Il protagonismo delle persone disabili non si ferma qui. Dimostrando di essere cittadini attivi in ogni contesto, anche in quello urbanistico quando necessario, il 2 dicembre a Rimini, a conclusione della marcia “io Valgo… oltre le barriere”, i ragazzi dei Centri Diurni Akkanto, La Romagnola, Fondazione San Giuseppe, la Goccia, Zavatta hanno consegnato alle autorità cittadine 5 mappe in cui sono stati segnati i luoghi accessibili della città. I ragazzi che frequentano i Centri hanno percorso aree della città per verificare la presenza, o l’assenza, di barriere architettoniche in pubblici esercizi, uffici, strade, piazze, locali. La vicesindaco Gloria Lisi ne ha sottolineato l'importanza perché «abbattere una barriera culturale è una sfida ben più grande che abbatterne una architettonica, ma è una sfida che ci affascina e non ci fa mollare».