Le nuove norme approvate dalla Camera sul diritto di cittadinanza per i minori stranieri sono un importante passo avanti. Superata l'esclusione dei minori disabili. Ora la parola passa al Senato.
La Comunità Papa Giovanni XXIII esprime soddisfazione per l'approvazione delle nuove norme sul diritto di cittadinanza in favore dei minori stranieri presenti in Italia, con il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli "temperato" e allo "ius culturae".
«Si tratta di un importante passo in avanti che aiuterà molti bambini e ragazzi e molte famiglie ad inserirsi pienamente e legalmente nella società italiana, con grande beneficio non solo per loro ma per tutti» ha commenta il responsabile generale dell'associazione Giovanni Ramonda, che da lunedì si trova in Africa per visitare le missioni della comunità, presente in Zambia, Tanzania, Kenya, Burundi e Camerun.
«In particolare siamo contenti del fatto che sia stata corretta una grave carenza presente nel testo originario, che escludeva da questo diritto i minori stranieri con gravi handicap di tipo intellettivo – sottolinea Ramonda –. Ora confidiamo che anche il Senato recepisca le norme in tempi rapidi affinché la legge diventi operativa in breve tempo».
Il tema dei minori stranieri con gravi handicap sta particolarmente a cuore alla Comunità Papa Giovanni XXIII, che ne ha diversi accolti nelle proprie case famiglia. A questi ragazzi oggi è negato il diritto di acquisire la cittadinanza perché sono incapaci di prestare giuramento e di dichiarare la volontà di acquisire la cittadinanza.
Si tratta di una grave discriminazione, dovuta ad una lacuna normativa che anche il nuovo testo rischiava di perpetuare.
Nelle scorse settimane la Comunità Papa Giovanni XXIII, come pure altre organizzazioni, si era mobilitata per far presente ai parlamentari la questione, e alla fine il testo è stato emendato, consentendo che ad esprimere la volontà del soggetto "incapace di intendere e volere" sia chi ne ha la tutela.
(alessio zamboni)