L'evento dal titolo “International Solidarity: Nonviolent Peace Operators in Zones of Conflict” ha avuto al centro del dibattito le diverse modalità di intervento nonviolento di pace in zone di conflitto, presentate da alcuni relatori (Operazione Colomba, PBI, World Council of Church...) come “buona pratica” per la solidarietà internazionale.
Alla discussione hanno partecipato, intervenendo per primi, Ms. Virginia Dandan, Esperta Indipendente alla Solidarietà Internazionale e Mons. Silvano Tomasi, Nunzio Apostolico della Santa Sede, che ha sottolineato come spesso, in situazioni di conflitto e di violenza, la presenza di mediatori e accompagnatori internazionali sia l'unico vero contributo alla ricostruzione delle relazioni umane, anche se questo nella maggior parte dei casi avviene all'ombra dei media.
Sono poi intervenuti Alberto Capannini e Alessandra Zaghini, operatori di pace di Operazione Colomba, che si sono fatti portavoce di chi non ha voce, come tutte le vittime dei conflitti, e hanno richiesto maggior coraggio e impegno da parte degli Stati nel supportare gli interventi nonviolenti di pace.
Di seguito sono intervenuti Mr. David Brockahus, responsabile di PBI Svizzera, che ha illustrato le modalità del loro intervento; Ms. Christina Papazoglou, del World Council of Church, che ha ribadito come “in un epoca in cui i destini degli Stati sono diventati tutti interdipendenti l'uno dall'altro”, l'impegno del loro network resta forte nel supportare il diritto alla solidarietà internazionale e alla pace.
Infine è intervenuto Jesus Emilio Tuberquia, rappresentante della Comunità di Pace di San Josè di Apartadò (Colombia), che ha descritto la drammatica situazione in cui vive la sua Comunità a causa della presenza paramilitare e del conflitto armato ancora in corso; Comunità di Pace che, senza l'accompagnamento internazionale, vedrebbe ancora più compromessa la propria sopravvivenza.
Un incontro sentito, che ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di uditori provenienti dalle sfere più diverse della società civile e delle istituzioni presenti a Ginevra. La proposta più forte, emersa durante l'incontro, è stata quella lanciata dai volontari di Operazione Colomba: una moratoria di 10 anni sugli interventi militari all'estero, da utilizzare per la sperimentazione di forme di intervento nonviolento.
L'invito a fare lo stesso con i propri Governi è stato caldamente esteso a tutti i presenti in sala.