«Auguro a tutti i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII di avere una vista buona per scoprire in ogni persona che bussa alla vostra porta l'immagine di Dio, la sua presenza d'amore».
Con queste parole, pronunciate sabato 3 settembre in occasione dell'inaugurazione della Casa Famiglia di Castellocchio (PG), Mons. Renato Boccardo, vescovo della diocesi di Spoleto-Norcia ha voluto incoraggiare Daniele Reggini e Anna Mammola, responsabili della neonata struttura di accoglienza in Umbria.
Mentre la terra continua a tremare – a causa dello sciame sismico che consta fino ad oggi di oltre 3.000 scosse da quel tragico 24 agosto che sconquassò le province confinanti di Umbria, Marche e Lazio – anche i due giovani coniugi hanno dato disponibilità ad accogliere gli sfollati nella Casa Famiglia donata dalla diocesi, che in precedenza era casa di accoglienza della Caritas di Spoleto. Dopo tre anni di lavori, in quella zona collinare di 10 ettari si sono sviluppati anche l'oliveto, il frutteto, l'orto, l'allevamento di maiali e pecore che dà agli ospiti della Casa Famiglia la possibilità di vivere il recupero della propria dignità, attraverso il lavoro della terra e la cura degli animali. Ma continuare la condivisione di vita in 12 e aprirsi anche ai terremotati è possibile non tanto perche si è specialisti dell'accoglienza quanto perché – ha spiegato Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Papa Giovanni – «attingiamo la forza ogni giorno dall'Eucarestia. Gesù è il centro delle nostre famiglie: solo se facciamo un "pieno d'amore" possiamo poi essere dono per i poveri!».
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Al centro della Casa Famiglia che non a caso è stata chiamata Ain Karim – nome tratto dal vangelo della Visitazione – ha spiegato Anna Mammola - «in cui Maria visita la cugina Elisabetta andando in tutta fretta tra le montagne per lodare le meraviglie compiute da Dio col Magnificat» - c'è infatti la cappellina abbellita dalle abilità di falegname di Daniele e dallo spirito missionario di Anna. Qui con i propri accolti si fermano a pregare ogni giorno e trovano il coraggio di accogliere anche chi a 40 km di distanza ha perso tutto e, come gli altri membri della Comunità Papa Giovanni XXIII della provincia di Perugia, di affrontare le criticità di questo imprevedibile sisma.
Nell'area umbra infatti, anche se non si sono registrati crolli di abitazioni, i danni provocati a Norcia e in numerose frazioni perugine hanno determinato l'aumento del numero degli sfollati, più di 1.000 per la maggior parte anziani che non potranno rientrare nelle loro case totalmente inagibili quindi da demolire. Ingegneri della Protezione civile regionale e tecnici comunali in questi giorni stanno effettuando celermente controlli su tutti gli edifici pubblici e in particolare sulle scuole di prossima apertura, predisponendo già in alcuni comuni un avvio di anno scolastico – il 12 settembre - dentro a palestre, caserme o container.