Tanta gente diversa ma un unico cuore che batte al ritmo del più debole. Il 6-7 maggio scorso si è concluso anche il secondo appuntamento di “DiversArteMente: Uno, nessuno... tutti insieme” con focus sulla musica, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Sono stati due giorni intensi di emozioni, incontri, musica e parole.
Sabato 6 maggio, di sera nel centro storico e artistico di Catania, la piazza davanti al teatro Bellini si è animata di bambini, giovani e anziani, gente di diverse etnie e culture per far vibrare la città grazie al drum circle guidato e facilitato dai maestri Paolo Caneva e Salvo Farruggio. Tanta gioia e grandi emozioni. Festa per tutti!
Per due ore si è parlata la stessa lingua… un pensiero, fra tutti quello di un uomo tunisino che alla fine della serata ci ha detto: «Grazie! Questa è la pace... gente diversa che si diverte insieme».
Domenica 7 maggio è stato invece momento di relazioni e riflessioni su come attraverso il linguaggio musicale è possibile dare voce a chi sta spesso ai margini della società.
Paolo Caneva, docente di musicoterapia al conservatorio di Verona, ci ha introdotto al mondo del songwriting, mentre Salvo Farruggio, musicista, musicoterapista e papà di casa famiglia, ha condiviso con il pubblico le sue esperienze artistiche con (e tra) giovani detenuti e ragazzi con handicap. Il pomeriggio si è concluso con un laboratorio per i tanti bimbi, ragazzi e giovani presenti. Tante le persone incontrate e tante le domande venute fuori.
Grazie ai contributi dei relatori, dei partecipanti e al fluire di riflessioni nate da esperienze diverse, ci siamo portati a casa una domanda: «Perché vogliamo impegnarci in questa avventura?».
Il pensiero comune è che dobbiamo partire da noi stessi per poter parlare di vera integrazione, dobbiamo crederci e donare a chi incontriamo, oltre alla professionalità, entusiasmo, con la certezza che solo partendo da noi il lavoro diventa serio e credibile. La chiusura della giornata in realtà non c'è stata, ognuno è uscito con la certezza di avere ancora molto da imparare e che gli scenari su cui la musica ci potrebbe portare sono tanti.
Ci si è lasciati pieni di prospettive e di apertura alla ricerca di una motivazione profonda affinché la vera integrazione attraverso l'arte possa partire prima di tutto da un pieno coinvolgimento personale e comunitario.