“Latcho Drom” è un progetto finanziato dal Programma “Rights, Equality and Citizenship”dell’Unione Europea. Il progetto è stato avviato ad agosto 2019 ed è coordinato dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in partenariato con il Comune di Rimini e il Center for the Study of Democracy in Bulgaria.
Il progetto “Latcho Drom” intende contribuire a ridurre le discriminazioni nei confronti delle comunità rom e sinti e favorire la loro piena inclusione sociale attraverso un percorso pilota rivolto alle stesse comunità rom e sinti in 3 città italiane (Cuneo, Torino e Rimini), agli operatori del settore, alla cittadinanza e alle autorità locali.
Durante la conferenza conclusiva verranno presentati il progetto “Latcho Drom” e i principali risultati raggiunti e sarà l’occasione per discutere con i Parlamentari Europei e rappresentanti delle organizzazioni della società civile delle prospettive a livello europeo e italiano in termini di politiche e legislazione sul tema dell’inclusione sociale dei Rom.
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Presiederà:
Maria Yordanova, Senior Research Fellow, law Program, Center for the Study of Democracy
Relatori:
Romeo Franz, MEP, Rapporteur resolution on the Implementation of National Roma Strategies: combating negative attitudes towards people with Romani background in Europe
Pierfrancesco Majorino, MEP, Committee on Employment and Social Affairs, Subcommittee on Human Rights
Elena Gattafoni, Project Coordinator of the “Latcho Drom” project, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Domenica Moscato, Project Manager of the project “HERO Housing and Employment of Roma people”, Cooperativa LiberiTutti
Caterina Corrias, Project Officer of the project “R-HOME Roma: Hosing, Opportunities, Mobilisation and Empowerment”, Caritas Ambrosiana
È richiesta l'iscrizione via email all'indirizzo latchodrom@apg23.org oppure compilando il form.
I Rom che non ti aspetti - le storie
All'interno del progetto, Rašid Nikolić, abile marionettista e fervente attivista della cultura Rom è direttore della mostra multimediale itinerante “Romanipen: Identità e Storia della Cultura romanì”: nel suo curriculum ci sono la fuga dalla guerra di Bosnia, l'esilio già da bambino come rifugiato politico a Berlino, poi gli anni più belli dell'infanzia passati in un campo nomadi di Torino, fino al compimento degli 8 anni.
Lo stesso Rašid racconta: «Ho iniziato la scuola con un anno di ritardo e passavo gran tempo dell’orario scolastico a dormire appoggiato al banco. Nessuno mi seguiva durante le lezioni».
«Di quel periodo ricordo la disattenzione degli insegnanti, la mancanza di mezzi e strumenti, l’abbandono a me stesso. Cercavo di allinearmi alla sensazione di sentirmi italiano e nello stesso tempo ricercavo la mia identità». E il cambio di vita radicale: «Poi siamo stati inseriti in un alloggio di emergenza abitativa, e di lì in una casa di edilizia popolare. Con l’ingresso in appartamento sono cresciute le pressioni dei miei genitori che volevano integrarsi e che riponevano in noi figli grandi aspettative».
La potenza evocativa dei racconti di Rašid fa il paio con un'esperienza di vita che tanto ha da insegnare, sul tema dell’integrazione. Si rivolge ad insegnanti, ai rappresentanti delle istituzioni e all'opinione pubblica: «Abitare in un campo non è facile per la frequenza scolastica. E’ vergognoso vivere senza luce, acqua, servizi. E’ rimanere il bambino zingaro con tutti i pregiudizi che ti porti dietro e dentro».
La mostra, inserita nel progetto Latcho Drom finanziato dal Right Equality and Citizenship Programme (2014-2020) dell'Unione Europea, è pensata per contrastare la discriminazione e favorire l'inclusione di Rom e Sinti nelle Comunità locali.
Il percorso, proposto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII che è capofila del progetto, vede la partecipazione fra gli altri di Rambo Bologna Halilovic. Anche lui ha vissuto l'esperienza di una infanzia vissuta in un campo nomadi; poi ha avuto l'opportunità di venire accolto in una comunità d’accoglienza e poi in una famiglia. Ora è laureando in Scienze dell’Educazione a Torino ed opera nei quartieri più fragili della città insieme alle associazioni di volontariato e all’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti.
Fra gli altri contributi al progetto si segnalano quello di Paolo Bonfanti per il materiale audiovisivo; Le illustrazioni sono di Zeljko Nikolic e di Ilaria Brotto, la progettazione grafica è di Ilaria Brotto su testi gentilmente concessi da Santino Spinelli. Fra le opere: l'installazione di una bandiera Rom cucita dal pubblico, firmata da Ivana Nikolic.
Si affianca ad attività laboratoriali nelle scuole, a misure per l'accesso scolastico, a corsi di formazione per operatori del settore e a strumenti di sostegno per la regolarizzazione dei titoli di soggiorno di persone appartenenti al popolo Rom.
Spiega Natascia Mazzon della Comunità Papa Giovanni XXIII, curatrice del progetto insieme a Lucia Sandiano: «Circa il 25% della popolazione Rom e Sinta in Italia vive nel degrado, mentre il restante vive regolarmente in abitazioni o situazioni autonome. Eppure il mondo mediatico tende ad enfatizzare le dinamiche delle fasce marginali, lasciando credere che Rom sia sinonimo di persona restia a qualsiasi percorso di inclusione. È la stessa esistenza dei campi a creare l'emarginazione sociale.
Con questo percorso presenteremo storie ed eventi che mostreranno quanto di buono fiorisce in questa cultura e tradizione tanto straordinaria quanto sconosciuta. Camminare insieme, al fianco del popolo Rom, è possibile».
Per informazioni: latchodrom@apg23.org
Ufficio stampa
21/03/2022