La prima è nata a Coriano, Rimini, nel 1973 per volere di don Oreste Benzi, che la pensò e la chiamò proprio così, Casa Famiglia. Il suo desiderio era quello di dare una famiglia a tutte le persone che non ne hanno una e sono rimaste sole, indipendentemente dall’età, dalla storia e dalla provenienza.
Le Case Famiglia, oggi come allora, sono fatte da papà e mamme che aprono la loro casa e il loro cuore a bambini, disabili, persone sole e abbandonate e chiunque necessiti di essere accolto e aiutato, ogni giorno.
Nell’anno in cui Apg23 celebra il cinquantesimo dalla sua nascita, ribadisce con chiarezza il profilo di queste realtà, che sono più di 250 in tutto il mondo, di cui 200 solo in Italia. Il punto fermo e imprescindibile è la presenza costante dei genitori – che rappresenta, anche, l'unicità delle Case Famiglia rispetto ad altre realtà di accoglienza.
Chi le guarda da fuori vede delle case con la porta sempre aperta; vede vivere insieme bambini e anziani, italiani e stranieri; vede le storie più diverse incontrarsi, armonizzarsi e fluire nella stessa direzione. Vede la cura verso i piccoli, i malati, i disabili, la delicatezza verso chi soffre, la fatica della quotidianità e la gioia dello stare insieme.
Chi le vede da fuori, e soprattutto chi le vive da dentro, vede delle vere famiglie.
La nuova campagna Casa Famiglia di Apg23, on-air proprio in questi giorni, racconta e mostra la vera essenza di queste realtà così come il film Solo cose belle, che verrà presentato in anteprima il 7 dicembre a Rimini.
Sono luoghi “in cui continuano ad accadere cose speciali, finché non diventano normali”.
Luoghi che Apg23 ha bisogno di sostenere, perché le Case Famiglia che già esistono continuino ad essere rifugio, e perché ne possano nascere di nuove, ovunque ci sia qualcuno che ha bisogno di una famiglia.