Il 6 aprile 2020 ricorre il 10° l’anniversario della scomparsa di Simone Montesso e Massimo Barbiero.
Domenica 6 settembre è stata intitolato a Massimo Barbiero un Passaggio a Fossò, il suo paese natale della provincia di Venezia. Massimo era un nostro missionario, morto nel 2010 in Venezuela a 37 anni, dopo che aveva vissuto per oltre 10 anni nella nostra missione in una baraccopoli di Nairobi.
«Dio non vuole gli slum — diceva —. Sono frutto dell’ingiustizia, gente che vive sulle briciole dell’altro. Dobbiamo ascoltare il bisogno della povera gente, fare festa con quello che si ha, la felicità non viene dalle cose ma nello scoprire che quello che si ha è un dono».
Il commovente ricordo nelle parole del papà di Massimo, Alessandro Barbiero.
#MassimoBarbiero, la Parrocchia e l'amministrazione comunale di Fossò ricordano i dieci anni dalla scomparsa del giovane missionario. Grazie Massimo pic.twitter.com/Ij0K846SJ7
— Comunità Papa Giov23 (@apg23_org) September 9, 2020
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Apg23, ricorda così Massimo Barbiero e Simone Montesso: «Dieci anni fa, Massimo e Simone nell’abbraccio del Padre, scivolati in un burrone. Massimo era arrivato in Venezuela da qualche mese dopo avere dato la vita per più di dieci anni in Kenya nella baraccopoli di Soweto, vivendo da povero tra gli ultimi. Penso di avere visto in lui una semplicità e una radicalità unica, sincera, di un’infanzia spirituale evangelica che ha sconvolto persino coloro che vivevano nello slum. Viveva come loro, uno di loro, in mezzo a loro. Con Gesù nel cuore, la Comunità Papa Giovanni come la sua famiglia, l’affetto per i suoi cari. Simone giovanissimo volontario che ha dato il tempo più bello della sua giovinezza per i poveri. Grazie di cuore per la vostra testimonianza che è di esempio per tutti noi. Grazie e pregate per noi.»
Sono ormai trascorsi 10 anni dal tragico giorno in cui Simone e Massimo hanno perso la vita durante un’escursione sulle Ande, ma il loro ricordo e il loro esempio restano oggi più vividi che mai.
Originario di Bolzano, 23 anni, Simone era arrivato a Mérida in Venezuela a marzo 2010. Aveva deciso di fare un’esperienza di volontariato di 6 mesi con la Comunità Papa Giovanni XXIII, desideroso di imparare da una realtà così lontana e diversa da quella in cui era cresciuto.
Massimo era un missionario laico della Comunità. Veneto d’origine (di Fossò, Venezia), aveva lasciato il suo paese per vivere in totale povertà con gli ultimi. Era semplice e spontaneo, amava la vita che si era scelto. Dopo 10 anni trascorsi a Soweto, baraccopoli di Nairobi in Kenya, era arrivato a Mérida all’inizio del 2010.
Grazie ai suoi familiari ed amici che hanno raccolto i contributi necessari, è stata eretta in sua memoria una cappellina vicino al centro per ragazzi di strada alla periferia di Nairobi in cui ha operato per tanti anni.
I lavori, avviati nel 2017, hanno portato alla realizzazione di una cappellina che è stata inaugurata a marzo 2018. La cappellina sarà luogo di preghiera ed incontro con il Signore non solo per i ragazzi e gli operatori del Centro, ma anche per tutti gli abitanti del quartiere che vorranno accedervi, soprattutto i giovani, proprio come Massimo avrebbe voluto.
Un ringraziamento particolare va alla famiglia Barbiero, che ha generosamente contribuito alla costruzione.