«“Nella mia diocesi ci sono tanti bambini che non sono amati da nessuno, servirebbe proprio una casa come questa”. Con queste parole Mons. Denis De Jong, un vescovo dello Zambia, si rivolse a don Oreste Benzi dopo aver visitato una casa famiglia a Rimini. Era il 1983. Dopo due anni la Comunità Papa Giovanni XXIII apriva la sua prima missione all'estero, in Zambia, per esportare quell'incredibile intuizione di don Benzi di “dare una famiglia a chi non ce l'ha” attraverso case famiglia. La visita del Presidente Mattarella è importante per rafforzare non solo l'amicizia tra i popoli ma anche le eccellenze sociali che l'Italia può esportare nel mondo».
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, commenta così la visita del presidente Mattarella nel paese africano.
Oggi in Zambia la Comunità di don Benzi gestisce una casa famiglia, tre case di accoglienza, 13 centri per bambini malnutriti, otto centri nutrizionali per anziani, due mense scolastiche, sette community school, una struttura di prima accoglienza e tre centri per ragazzi di strada, due scuole speciali, un centro di formazione professionale ed un centro diurno per persone disabili.
«Ogni giorno raggiungiamo circa 5mila persone in questo paese africano — continua Ramonda —. Da segnalare in particolare il progetto Rainbow per i bambini malnutriti e orfani dell’AIDS, il Cicetekelo Youth Project che accoglie 300 bambini di strada, l'educazione speciale per i disabili, da quando sono bambini fino all'inserimento nel mondo del lavoro. Infine ricordo le gelaterie Gigi Bontà — ad oggi dieci fra Lusaka, Ndola e Kitwe — dove si può gustare un ottimo gelato italiano e dove lavorano 189 persone, molte delle quali strappate dalla strada e dalla povertà».