Il 16 e 17 febbraio scorso una settantina di persone si sono incontrate a Guadalajara, a pochi km da Madrid: i papà e le mamme di casa famiglia, con tutti i loro figli, che rendono presente la Comunità Papa Giovanni XXIII nell’Europa centro-occidentale. Dodici anni fa la prima apertura in Europa; oggi la vocazione di don Benzi è sbocciata in Olanda, Svizzera (con la presenza ai tavoli delle nazioni unite a Ginevra), Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Inghilterra e da qualche mese anche Belgio. Come portare un carisma, nato in Italia, inculturandolo in un Paese e in una cultura diversa? Come mantenere viva e attuale la buona notizia portata agli emarginati e ai poveri, nella ricca Europa? Questi e altri sono stati i temi che i missionari hanno affrontato insieme a Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Apg23. Importante è stata la vicinanza del vescovo di Guadalajara, che si è voluto rendere presente tramite il proprio vicario generale mons. Agustin Bugeda Sanz, a dimostrazione della stima che la Chiesa locale nutre per la Comunità di don Benzi.
Un incontro gioviale e di fraternità, con degli importanti momenti di riflessione comune sia per gli adulti che per i figli.
Tutte le riflessioni emerse sono state messe ai piedi dell'altare durante la messa celebrata da Agustin Bugeda Sanz, vicario del vescovo della diocesi di Guadalajara.
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«Ci sono poveri che non verranno mai a cercarci, quelli li dobbiamo cercare noi» diceva spesso don Benzi. Con questo spirito tanti della Comunità Papa Giovanni XXIII sono partiti nel mondo intero alla ricerca dei poveri che nessuno conosceva o che nessuno voleva vedere. A distanza di 33 anni dalla nostra prima partenza, oggi siamo chiamati alla presenza in tutti i 5 continenti. Da 12 anni ormai anche nella nostra ricca Europa centro-occidentale: Olanda, Svizzera con la nostra presenza ai tavoli delle nazioni unite a Ginevra, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Inghilterra e ora anche Belgio. Si tratta pur sempre di Europa, ma sono territori, lingue, culture e usanze totalmente diverse l'una dall'altra; unica comunità, ma esigenze, modi di inserimento e contesti di condivisione totalmente diversi che hanno il bisogno di ritrovarsi, di confrontarsi e di crescere alla luce ed alla guida di una sola vocazione.
Le continue chiamate da parte dei vescovi e la continua disponibilità ad aprire in nuove zone di missione ha fatto sì che ad oggi siamo presenti in 42 paesi del mondo e non è più pensabile di riuscire a trovare un solo unico momento generale. Per questo è già qualche anno che si sperimenta l'importanza e la fecondità di incontri delle diverse realtà presenti nelle zone delle stesse macro-aree geografiche; ci si ritrova un paio di volte l'anno per quanto possibile di persona e poi con l'aiuto della tecnologia in video-conferenze, per conoscersi, fare fraternità, scambiarsi dubbi, sensazioni, idee, confrontarsi sulla vita missionaria della propria realtà e zona, per tirar fuori delle linee comuni per rimanere sempre in ascolto del territorio che ci ospita.