Davanti alla striscione che recita Modena cammina in preghiera per i suoi figli più piccoli, è Paolo Ramonda, il Presidente dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, a lanciare la proposta di una moratoria per puntare sulla cultura della vita anzichè su quella della morte: «Sospendiamo gli aborti per un anno! Si potrebbe partire proprio da Modena, dal Policlinico. Può essere un modo per dire no alla morte e sì alla vita in occasione dell’Anno della Misericordia e invertire rotta». E ai quattrocento presenti all'iniziativa di preghiera di del 6 aprile nel capoluogo emiliano, non esita a ricordare pure la proposta dello stipendio alle mamme, avanzata lo scorso anno dall'Associazione. Un modo concreto per ridare dignità al “mestiere di mamma" che ormai rischia di estinguersi in Italia e sostenere le mamme di fronte alla gravidanza. Solo in Emilia-Romagna infatti, secondo i dati Istat sulla denatalità, nel 2014 ci sono stati 1400 nati in meno. E Modena è al terzo posto con un - 4,3%, dopo Reggio Emilia e Forlì-Cesena.
Da Piazza Sant'Agostino a Piazza Grande, in pieno centro, si è snodata la marcia per la vita promossa dall'Associazione di don Benzi insieme ad altre 35 associazioni e movimenti, con la partecipazione del neo eletto Arcivescovo di Modena-Nonantola Mons. Erio Castellucci insieme ai rappresentanti della Chiesa ortodossa Romena delle Mirofore e delle Chiese evangeliche Chiesa Gesù Fonte d'Acqua Viva e NewLife Deliverance Church.
Commovente, tra le testimonianze ascoltate durante la camminata, quella di Anna Maria che ha raccontato la storia di suo figlio vissuto per sole due ore a causa di un’acrania. All’inizio del concepimento la donna aveva pensato di abortire ma successivamente ha scelto di portare avanti la gravidanza. «La vita vale sempre - ha spiegato il marito Francesco - sia se è vissuta per un secondo sia se dura cent’anni: davanti al Signore non c’è tempo. Una scelta di vero amore non può lasciare soli i piccoli».
Il Vescovo di Modena citando il poeta indiano Tagore, ha ribadito il dono inestimabile della vita umana fin dal suo concepimento.«Anche per noi “Ogni bambino che nasce è il segno che Dio non si è ancora stancato dell'uomo”. Sembra paradossale parlare di vita nascente perchè significa che mettiamo in questione quanto siamo esposti alla fragilità umana. I bambini sono le vite più fragili e indifese che fanno pensare al Salmo 89. “Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte... Sono come l'erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca”. Non possiamo che restare uniti dalla parte di chi è più fragile, di chi è vivo e ha diritto a nascere».
Anche Antonella Diegoli, Presidente di Federvita Emilia-Romagna è intervenuta a sostegno dei piccoli che non hanno voce, ricordando le responsabilità del personale ospedaliero. «Madre Teresa di Calcutta diceva “nessuna donna sia più costretta ad abortire il suo bimbo”. Noi siamo per la vita sempre, per questo chiediamo soprattutto ai medici di dare preferenza alla vita e non alla morte».
Se a livello regionale le nascite risultano essere calate del 3,6%, le interruzioni di gravidanza, dai dati emersi nella Relazione 2014 della Regione Emilia-Romagna - Assessorato alle politiche per la salute -, sono invece sempre numerose (pari a 8.473 nel 2014). Nel 50% si tratta di donne italiane residenti; nel 37,8% di donne straniere (per la maggioranza dell'est europeo o del Marocco), con un tasso di abortività in lieve calo rispetto all'anno precedente. Più della metà sono donne nubili, occupate oppure in cerca di prima occupazione, italiane che hanno tra i 35 e i 40 anni, già con un figlio a carico.