Nel raccontarvi dell’attività che nostro ufficio di Ginevra (presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII all'ONU) ha portato avanti durante la 34ª sessione del Consiglio dei Diritti Umani (27 febbraio – 24 marzo 2017), questa volta vorremmo scrivervi del panel/tavola rotonda che si è tenuta il 9 marzo 2017 tra un gruppo di esperti e le delegazioni di tutti gli Stati. Il tema della tavola rotonda era la mortalità materna e le malattie correlate con particolare attenzione a quali misure e azioni concrete si possono metter in campo per ridurre drasticamente la mortalità delle mamme durante il parto e le malattie correlate alla gravidanza ed al parto stesso.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità all’incirca 830 mamme muoiono ogni giorno per complicanze o malattie legate alla maternità o al parto e il 99% di queste morti si verificano nei paesi più poveri, soprattutto nell’Africa sub-sahariana ed in sud Asia.
Con un intervento scritto e un intervento orale, co-firmato anche da altre 11 Associazioni, noi di APG23 abbiamo sottolineato come «le principali cause della mortalità materna sono riconducibili a tre diversi tipi di ritardi:
Per ridurre drasticamente la mortalità materna, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, occorre quindi agire sulle cause profonde di questi ritardi, permettendo uno sviluppo integrale e duraturo di quei paesi.
Con il nostro intervento abbiamo quindi sollevato pubblicamente una domanda: «Non pensate che l’implementazione del Diritto allo Sviluppo, funzionale alla creazione di un ambiente nazionale ed internazionale che favorisca lo sviluppo complessivo, potrà essere cruciale per migliorare i servizi sanitari soprattutto nei paesi più poveri ed avrà un considerevole impatto sui fattori sociali che influenzano la salute con enorme impatto sulla mortalità materna e le malattie connesse?» (vedi minuto 1:32:10).
Questa domanda ha trovato una risposta nelle considerazioni conclusive di una degli esperti invitati al panel/tavola Rotonda, la dr.ssa F. Bustreo – rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - che, riprendendo proprio il nostro intervento, ha chiarito con un esempio come: «Un donna che abbia bisogno di un parto cesareo, magari proprio di sabato notte, ha bisogno di trovare un mezzo di trasporto per l’ospedale e poi occorre che in quell’ospedale ci sia elettricità, acqua pulita ed attrezzature idonee altrimenti non possono essere garantite le condizioni necessarie a salvarle la vita; tutti questi fattori (trasporti, energia, strutture ed acqua pulita) sono tutti aspetti dello sviluppo, sono tra loro connessi e influenzano decisamente la mortalità materna» (video al minuto 2:42:16).
Questo rinforza la nostra tesi: la mortalità materna e le complicanze o malattie legate alla maternità o al parto si sconfiggono soprattutto con lo strumento chiave del Diritto allo Sviluppo.