A La Pintana, quartiere povero e malfamato alla periferia di Santiago del Cile, il Natale è un momento davvero speciale. I bambini attendono con trepidazione la Vigilia, perché sanno che quel giorno riceveranno un regalo, il più delle volte quello desiderato. Per l’occasione tutta la famiglia si prepara indossando i vestiti più belli. Dopo cena i bambini escono e vanno nelle piazze per vedere Babbo Natale che passa salutando tutti.
A mezzanotte tornano a casa e sotto l’albero trovano quell’unico e tanto atteso regalo che poco dopo si mostreranno a vicenda per le vie del quartiere. Le strade si popolano di bambini in bicicletta, con i pattini, che giocano a pallone o con le pistole d’acqua. Nessuno ha voglia di andare a dormire per godere al massimo di quel dono e condividere l'allegria con i propri amici.
Sebbene in questa festa la famiglia sia la cosa più importante, il REGALO rappresenta l’affetto e l’amore dei genitori e dei nonni che con tanti sforzi e sacrifici riescono comunque a donare ai propri figli quello che tanto volevano.
Anche al Progetto Acuarela della Comunità Papa Giovanni XXIII il Natale viene celebrato con una bella festa per i bambini seguiti e per le loro famiglie. Babbo Natale non manca mai: arriva sempre sul carro rosso dei pompieri suonando la sirena! Oltre al suo regalo i bambini ricevono anche un sacchettino con caramelle, gelati, zucchero filato e pop-corn per festeggiare insieme ai propri cari!
Nella Comunità di Pace di San José de Apartadó il giorno di Natale è un giorno di cammino. La celebrazione inizia di solito il 22 dicembre, quando i suoi membri si mettono in marcia a piedi o a dorso di mulo per raggiungere Mulatos, un villaggio sperduto nella selva. Un luogo simbolico, della memoria, scelto per commemorare 8 membri brutalmente uccisi il 21 febbraio 2005 da gruppi armati intenzionati ad appropriarsi della loro terra.
È qui che si svolge, nei due giorni successivi, l’assemblea generale della Comunità. Al termine del secondo giorno, il 24 sera, in un’atmosfera quasi surreale, il padre gesuita Javier Giraldo celebra la Messa della Vigilia nella biblioteca del villaggio.
«Celebrare il Natale è celebrare la nascita di Gesù, è celebrare la Vita. Per questo è significativo riunirsi in questo luogo dove dei criminali hanno messo fine alla vita biologica di 8 persone. Noi ci riuniamo qui per ribadire che ci sono dimensioni della vita non vulnerabili alla morte: tutto quello che un essere umano costruisce con i suoi pensieri e con i suoi sentimenti, con i suoi ideali e con i suoi sogni in comunione con i suoi simili. Tutto ciò non conosce morte, è questa la salvezza che il giorno di Natale nasce per noi», commenta padre Javier. Finita la cerimonia, tutti si dirigono verso la cucina per condividere l’abbondante cena della festa: trippa, carne fritta, yucca, riso e platano.
Immancabili il caffè e l’acqua con panela (cubetti di zucchero di canna) e la Natilla, dolce tipico natalizio della regione di Antioquia a base di latte, panela, cannella e mais. Anche se si trova già pronto nei negozi, i contadini sono soliti farlo in casa. La preparazione è lunga e richiede un giorno intero. Prima si sgranano le pannocchie di mais, poi vengono cotti i chicchi, successivamente passati nei molini 3/4 volte fino ad ottenere una farina. Tutti gli ingredienti vengono poi lavorati in enormi pentole dalle donne che mescolano in piedi per ore con lunghi pali di legno.
In occasione della festa ognuno indossa el estreno, ossia l’abito nuovo acquistato proprio per il Natale. E poi via, tutti insieme a ballare nel chiosco principale del villaggio. Pur di avere la musica viene addirittura fatto appositamente arrivare su di un mulo il generatore di corrente! Il 25 dicembre, infine, si riprende il cammino per tornare a casa.
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A Chalna il giorno di Natale è per tutti un momento di grande festa. Addobbi di cartapesta e stoffa colorata illuminano le vie della missione, mentre un buon profumo di carne arrosto proviene dal grande piazzale, trasformato per l’occasione in pista da ballo! La musica non manca mai, così come i giochi e la lotteria che premia i tre più fortunati.
I bambini ricevono in dono un sacchettino con caramelle, palloncini e qualche prodotto per l’igiene. Se a Messa vanno solo i cattolici, alla festa partecipano anche gli induisti e i musulmani. Il Natale diventa così una bella ricorrenza per stare insieme e promuovere il dialogo interreligioso.
In Tanzania l’Avvento è per tutti un periodo di attesa. I cristiani si preparano all’arrivo di Gesù, gli altri invece attendono il momento di tornare a casa. È infatti tradizione trascorrere questa festa in famiglia. Ecco perché chi può torna al villaggio d’origine, comprandosi anche un bel vestito nuovo!
Il giorno di Natale si mangia sempre il pilau, delizioso riso speziato con carne, patate, fagioli e piselli e il pollo. Per l’occasione la tribù dei Wachaga prepara addirittura un particolare distillato di banane, in una singolare commistione tra sacro e profano. I missionari della Comunità Papa Giovanni XXIII mangiano tanzaniano, ma non si fanno mai mancare un piatto italiano: che siano le lasagne o la pizza è uguale, profumano sempre di casa!
Il Natale viene festeggiato anche al Centro Ngome per bambini malnutriti. Qui si balla, si canta e si offre alle famiglie il pilau. Per molte questo è l’unico Natale che festeggeranno. Sono infatti così povere che non si possono permettere di cucinare questo piatto a casa. È sicuramente una festa semplice, ma forse è bella proprio per questo. Priva di luci colorate e lustrini, fa riscoprire la gioia di stare insieme!
A Elista, capitale della Repubblica di Calmucchia, Natale e Capodanno si festeggiano non una ma più volte! Le celebrazioni partono all’inizio di dicembre con il Capodanno calmucco. In questa regione russa di fede buddista, le famiglie si incontrano, bevono the e mangiano una squisita pasta dolce fritta.
Il 25 dicembre è la volta del Natale cattolico. In Russia è un giorno lavorativo, ecco perché i missionari della Comunità Papa Giovanni XXIII vanno a Messa la sera della Vigilia. Al ritorno festeggiano sempre in casa famiglia, mangiando i piatti della festa e scambiandosi qualche regalo! A fine anno incominciano infine le feste ortodosse.
Natale è il 7 gennaio. Visto che una delle ragazze accolte è di questa religione, i missionari la accompagnano sempre alla suggestiva liturgia di mezzanotte che di solito dura fino al mattino.
La ricorrenza più sentita in assoluto è però il Capodanno, celebrato anche in epoca sovietica come la festa della famiglia. Un momento speciale, da vivere insieme ai propri cari, in occasione del quale vengono portati in tavola i piatti della tradizione: la carne di maiale e di pecora, l’insalata con le rape rosse e l’immancabile insalata russa!