Buone notizie da numerosi comuni italiani, tra gli ultimi Piacenza e Sarzana, città in cui l'amministrazione comunale ha approvato ordinanze antiprostituzione che prevedono la sanzione del cliente (fino a 400 €) per motivi legati alla sicurezza stradale e all'aumento del degrado cittadino e del disturbo agli abitanti nelle ore notturne come avviene in più di trenta comuni italiani. Proprio in queste città - come anche a Verona dove l'ordinanza esiste già e a Ferrara (dove è in corso di approvazione la sanzione ai clienti nel Regolamento comunale) - la Comunità Papa Giovanni XXIII aveva manifestato pubblicamente scendendo in strada con fiaccolate cittadine a favore di interventi volti a fermare la domanda, in quanto, diceva don Oreste Benzi, «se non ci fosse la domanda, non ci sarebbe nemmeno la risposta».
In occasione della Festa della donna, la Comunità Papa Giovanni XXIII e le centinaia di minori e di donne nigeriane, rumene, albanesi accolte nelle strutture di accoglienza per vittime di tratta, case famiglia e famiglie affidatarie faranno festa anche per questi strumenti adottati nei territori come deterrenti, per scoraggiare la domanda di prestazioni sessuali a pagamento, in attesa dell'approvazione della proposta di legge presentata a luglio 2016 dall'onorevole Bini alla Camera. La proposta di legge, che segue il "modello nordico", aggiunge all'art. 3 della Legge Merlin la possibilità di sanzionare chi acquista prestazioni sessuali e di avviarlo a percorsi socio-rieducativi.
«La prostituzione è una forma di violenza di genere, abuso ed esercizio del potere dell’uomo nei confronti della donna» afferma Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, che a sostegno dell’introduzione in Italia del modello nordico ha promosso la Campagna "Questo è il mio corpo”.
Nei giorni scorsi tale modello di intervento per il contrasto della disparità di genere e della tratta a fini sessuali è stato adottato anche in Irlanda, che entra così nel novero dei paesi neo-proibizionisti accanto alla Svezia, alla Norvegia, all'Islanda, all'Irlanda del Nord e alla Francia.
Nella notte dedicata, in memoria delle operaie morte in una fabbrica di New York, ad affermare i diritti delle donne e le ingiustizia nei confronti delle lavoratrici, gli operatori e le operatrici della Comunità Papa Giovanni XXIII impegnati tutti i giorni nel recupero della dignità della donna attraverso il primo contatto e l'accoglienza di chi è vittima di sfruttamento, scenderanno in strada dal nord al sud Italia per non lasciare sole nemmeno l'8 marzo le persone più vulnerabili delle nostre città, perché costrette ogni notte per 6-7 ore continuative a subire violenza, vendendo il proprio corpo, per i guadagni di trafficanti e sfruttatori.
Oltre alle mimose, operatori e volontari consegneranno, come avviene ad ogni uscita, i numeri telefonici per contattare la Comunità di don Benzi e chiedere aiuto. Un'ulteriore occasione, questa notte, per ricevere la proposta di fuoriuscita dal racket.
Nel Rapporto 2016 sulle vittime di tratta nell'ambito dei flussi migratori dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni si denuncia la condizione di numerosi minori “invisibili", che anche tramite il flusso dei profughi approdano nelle nostre città perché destinati alla tratta a fini sessuali o di accattonaggio. In particolare è in aumento esponenziale il numero delle adolescenti provenienti dalla Nigeria o dal Ghana o dalla Costa d'Avorio. Per quanto riguarda le vittime minorenni di genere femminile, si tratta anche di ragazzine di origine rumena o rom vendute di frequente da figure appartenenti alla rete parentale.