Un anno fa Oscar era al lavoro come ogni giorno. Ma non era un giorno come gli altri. Poco prima della fine del suo turno arrivò la notizia che ha dato inizio alla situazione in cui ancora oggi stiamo vivendo:il famigerato virus era arrivato in Italia. Il turno quel giorno durò 56 ore. "Fu come una valanga" ricorda Oscar.
Oscar, infermiere di professione, lavora all’ospedale di Codogno, la prima città italiana ad affrontare l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. Ma Oscar è anche il papà di una delle nostre Case Famiglia. Per continuare a lavorare capì che doveva proteggere i suoi cari. Iniziò a dormire nel ripostiglio, adibito a cameretta di fortuna, a mangiare distante da tutti. Lasciava scarpe e vestiti in cortile, si lavava con attenzione meticolosa. Per mesi i suoi figli e sua moglie Daniela hanno dovuto fare i conti con la sua presenza “a distanza”. Oggi le precauzioni sono divenute una routine. La parola chiave secondo Oscar è l'amore che "ti porta ad avere cura dei tuoi cari, ad essere attento e a rispettare le regole".