Tornando dall'Iraq Papa Francesco ha lanciato un nuovo grido contro le moderne schiavitù. Nel suo viaggio ha visitato la città di Mosul dove i jihadisti dell'Isis stupravano e vendevano al mercato le ragazze yazide. E ricorda la sua visita alla nostra casa famiglia per vittime di tratta dove ascoltò le loro terribili storie si schiavitù nell'industria della prostituzione.
«La donna anche oggi è umiliata, andiamo a quell’estremo: una di voi mi ha fatto vedere la lista dei prezzi delle donne (preparata dall’Isis che comprava le donne cristiane e yazide, ndr). Io non potevo credere. Le donne si vendono, le donne si schiavizzano.»
Ha dichiarato il Santo Padre, e poi ha ricordato:
«Anche nel centro di Roma il lavoro contro la tratta è un lavoro di ogni giorno. Nel Giubileo sono stato a visitare una delle tante case dell’Opera don Benzi. Ragazze riscattate, una con l’orecchio tagliato perché non aveva portato i soldi quel giorno, l’altra portata da Bratislava nel bagagliaio della macchina, schiava, rapita.»
A Baghdad volontari fra le persone con disabilità
La Comunità Papa Giovanni XXIII a Baghdad ha salutato l'arrivo in Iraq di Papa Francesco (foto: Ansa), che ha percorso le polverose strade delle persecuzioni cristiane moderne. Risale al 2014 la tragica avanzata dell'Isis, che dal Nord dell'Iraq avanzava travolgendo tutte le comunità religiose e provocando decine di migliaia di sfollati.
«Ora la parte più a Nord del Paese è la più sicura, e potrà
accogliere il Papa a braccia aperte — hanno spiegato i volontari dell'Associazione di Don Benzi — mentre
a Baghdad, dove siamo presenti dal 2015 nonostante i ripetuti attentati, vige un coprifuoco serrato».
La firma all'appello per il dialogo interreligioso
L'ha spiegato sull'
agenzia Acistampa Stefano: «La comunità Papa Giovanni XXIII accoglierà il Papa Francesco con quel desiderio di vedere che l’incontro del Santo Padre con le Istituzioni politiche e religiose generi nei cuori di chi ha in mano le sorti del paese,
un sentimento di Fraternità volto alla Giustizia e a creare un paese dove le tante ed enormi diversità, etniche, religiose e culturali non siano un ostacolo all’unità ma siamo colori differenti di uno stesso arcobaleno di pace».
Ad attendere il Papa a Baghdad sono state dunque solo le delegazioni ufficiali. La Comunità è fra i firmatari, insieme ai rappresentati di tutte le religioni, di una
lettera al pontefice (leggila su Agenzia Press) in cui si auspica la
costruzione di una fraternità universale, e un incontro fra le fedi religiose che possa ripartire dal tema comune dell'amore ai fratelli.
«Viviamo un rispetto reciproco tra le diverse religioni, tra musulmani e cristiani. Il tema della fratellanza qui è davvero molto valido e quindi da sviluppare, da incoraggiare, da portare avanti», è il racconto di Claudio, volontario a Baghdad,
trasmesso da Radio Vaticana e rilanciato da vaticanews.
Benvenuto Papa Francesco!
ufficio stampa
08/03/2021