Non capita spesso che un ex cliente del mercato del sesso si dichiari in pubblico, di fronte ai giornalisti per lo più. Eppure è capitato, oggi a Firenze, nel cuore di Palazzo Vecchio in centro città. Nicola Rizzello, un operatore di una comunità di recupero per vittime delle dipendenze di Nuovi Orizzonti (il movimento fondato da Chiara Amirante), ha preso la parola durante la conferenza stampa di presentazione della marcia podistica contro la prostituzione che si snoderà in Toscana a partire dal 5 maggio 2017. In platea lo ascoltavano, fra gli altri, la moglie. Al suo fianco Annabelle, nigeriana, trent'anni, vittima di tratta ai fini di sfruttamento sessuale. E aveva appena parlato il delegato regionale dell'Azione Cattolica per la Toscana, Giovanni Pieroni, che non l'aveva mandata a dire: «nonostante sia evangelico, io non riesco proprio ad amare i clienti delle prostitute».
«Ero tossicodipendente», ha iniziato a parlare Nicola, «e vivevo il sesso come una dipendenza. Davanti a me c'erano delle donne, delle persone. Ma io non me ne accorgevo. Non pensavo in quel momento a chi le avesse messe in strada, ero come accecato. Se fosse intervenuto qualcuno a mettermi in prigione, a farmi vedere il livello di bruttezza cui era arrivata la mia vita, forse sarei riuscito a salvarmi prima, a non abusare di loro».
Nicola un giorno, quando l'unica soluzione rimasta al suo vuoto interiore sembrava essere la morte, trovò la forza di chiedere aiuto, e venne accolto nella comunità che gli avrebbe restituito poi la dignità e la vita. «In Comunità ho imparato la legge dell'Amore. Ecco perché oggi dico che l'unico argine al fenomeno della tratta delle donne ai fini dello sfruttamento sessuale può essere solo l'intervenire sui clienti, fargli loro capire con una multa salata qual è il costo umano del loro piacere».
Uscendo di sala, Nicola raccoglie un volantino e chiede un numero di telefono: vuole partecipare in qualità di maratoneta all'evento, che avverrà in notturna.
Da Piazza Dalmazia, scelta proprio perché ritrovo abituale delle donne costrette alla prostituzione, si partirà il 5 maggio alle 18. I runners percorreranno le vie del sesso, passando per Prato, Lucca, Pisa, per arrivare ventiquattr'ore dopo a Viareggio. Incontreranno le ragazze, parleranno con loro, raccoglieranno la loro voce.
Anche Beatrice Fazi, l'attrice di Un medico in famiglia, si è trovata a confidarsi oggi durante la conferenza stampa: «Anni fa quando passavo per la Salaria coi miei figli e vedevo quelle donne ai margini della strada, dentro di me pensavo: speriamo che non mi facciano domande! Dentro di me ero convinta che se erano lì a prostituirsi, in fondo se l'erano cercata. Poi l'anno scorso mi sono trovata a recitare in piazza a Roma, nel ruolo di una donna crocifissa durante la Via Crucis organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. L'esperienza è stata talmente forte che ora non posso non ripensare al corpo martoriato di Gesù ogni volta che vedo una donna in strada.
Giovanni Paolo Ramonda, il presidente dell'associazione di don Benzi, ha ricordato la campagna per ridare dignità del corpo femminile: Questo è il mio corpo propone anche in Italia l'adozione del modello nordico (adottato in Svezia, ma anche in Francia, Irlanda e altri paesi europei) che ha ottenuto ottimi risultati nel contrasto allo sfruttamento della prostituzione. Disincentiva la domanda attraverso sanzioni ai clienti. È l'unica soluzione possibile anche per Romano Tiraboschi, intervenuto come portavoce del movimento dei Focolari. A moderare la presentazione era Lucia Bellaspiga, inviata del quotidiano Avvenire: «il mercato della prostituzione va contrastato ricordando la legge della domanda e dell'offerta. Se voglio combattere il traffico di zanne d'elefante cosa si fa? Si multano i clienti che vengono trovati con l'avorio nelle borse. Se si può fare per salvare la vita di quegli animali, tanto più si potrà fare quando si parla di esseri umani».