Tra le colline di Saludecio (RN), nella frazione di Santa Maria del Monte, in un angolo nascosto della Romagna, si respira un'aria speciale. Qui, in una casa che sembra uscita da una fiaba – con sculture fatte a mano, tanti animali da cortile e una serra di piante di aloe – vive una coppia straordinaria: Daniela Ermini e Pino Pasolini. Non sono solo marito e moglie, non solo genitori e nonni. Fanno parte di quella rivoluzione silenziosa che è partita con don Oreste Benzi e che ha cambiato il volto dell'accoglienza in Italia e nel mondo. Pino è, tra le altre cose, l’autore di Giuseppe. L’impossibile sì, un libro appena uscito nelle librerie, che parla della figura del santo falegname. È diacono della diocesi di Rimini e, insieme a Daniela, ha fondato la seconda casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. Proprio oggi questa casa famiglia è in festa, perché celebra i 50 anni dalla sua inaugurazione.
La loro avventura inizia negli anni '60, quando un giovane Pino, promessa del motociclismo, e Daniela, elegante commerciante sulla Riviera romagnola, si incontrano e si innamorano. Ma il vero punto di svolta arriva quando, per caso o forse per destino (che noi chiamiamo Provvidenza), visitano l'istituto "Sol et Salus". Quella realtà – bambini legati ai termosifoni, odori insopportabili e vite dimenticate – li colpisce come un pugno nello stomaco. Da quel momento, la loro vita cambia per sempre. Decidono di dare una famiglia a chi non l'ha mai avuta. Nel 1975 inaugurano la loro prima casa famiglia, dedicata a Savino Leurini, un ragazzo che sognava di vivere con loro ma che purtroppo non fece in tempo a realizzarlo.
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