Al via, in tutta Italia, gli eventi per ricordare la "nascita al cielo" di don Benzi, avvenuta nella notte tra il primo e il due novembre 2007. Qui trovate alcuni degli appuntamenti in programma.
A nove anni dalla morte di don Oreste Benzi, la Causa di beatificazione sta andando avanti speditamente, ci aggiorna don Giuseppe Tognacci, giudice del processo apertosi il 27 settembre 2014, proprio nella chiesa della parrocchia “La resurrezione” di Rimini fondata da don Oreste nel 1968, di cui è stato parroco per 32 anni.
Nel 2014 il giudice aveva detto che sarebbero serviti almeno 3 anni per ascoltare tutti i 100 e oltre testimoni del processo. Ebbene, «ci sono indicazioni probanti – conferma don Tognacci – che si possa chiudere la fase diocesana del processo entro i 3 anni dall'apertura, che grazie a Dio va a coincidere, l'anno prossimo, nel 2017, con il decimo anniversario della morte».
Ma c'è di più. «Ho sentore di qualche grazia ricevuta nel pregare don Oreste – rivela il giudice, evitando però ogni particolare –. C'è stata qualche circostanza che è potenzialmente interessante. Un episodio che può essere oggetto di verifica».
Fino ad ora sono stati ascoltati 70 testimoni degli oltre 100 citati dalla postulazione. A questo elenco vanno aggiunti una trentina di testimoni che verranno citati d'ufficio. Di questi finora ne sono stati ascoltati 2. «I nomi di questi testimoni sono emersi durante gli interrogatori e possono contribuire alla conoscenza di don Oreste, altri a far chiarezza su certi fatti» specifica don Tognacci. «Abbiamo ascoltato anche l'unico compagno vivente di don Oreste, don Leonardo Gabellini. È del 1925, coetaneo, compagno di corso seminaristico e di ordinazione sacerdotale».
Ascoltare i testimoni richiede «pazienza e fisicità». «Per alcuni è stata sufficiente un'unica seduta, che in media dura 3 o 4 ore, ma c'è stato un testimone, in particolare, che ha richiesto 9 sedute. La media comunque si aggira intorno alle 5 o 6». Alcuni testimoni, a causa della loro salute, dovranno essere ascoltati al loro domicilio.
Certo non è facile rispondere alla 150 domande imbastite dal promotore di giustizia, detto anche “avvocato del diavolo”, Victorino Casas Llana, le quali devono sviscerare come il servo di Dio don Oreste Benzi ha vissuto le virtù teologali, cardinali e speciali. Ma «il clima è sereno. Cerchiamo di far dire il più possibile alle persone quello che ha caratterizzato il loro rapporto con don Oreste. In una testimonianza ho dovuto trattenere le lacrime».
Tante testimonianze ritornano in maniera concorde su aspetti caratteristici della figura di don Oreste, «come la grande umanità di questo sacerdote e anche la spiritualità che lo ha animato, il suo agire. Un uomo aperto, un prete teso al volere di Dio». Ma don Tognacci, che pur ha conosciuto don Oreste in vita, ha un pensiero che lo accompagna: indagare gli «strati profondi» di questo sacerdote, che cosa abbia vissuto. C'è un don Oreste pubblico sempre disponibile al rapporto con gli altri, spiega il giudice, ma «chissà quanta solitudine interiore. Lui che aveva un'azione di discernimento verso gli altri, dove e con chi poteva partecipare l'intima profondità della sua anima sacerdotale?».
Da varie testimonianze emerge che «negli ultimi tempi hanno visto un’evoluzione della sua preghiera in senso più contemplativo e nel celebrare la messa lo vedevano più immerso».