Ora sono accolte in una Casa rifugio dell'Associazione Papa Giovanni XXIII
Hanno 13, 15 e 16 anni le tre adolescenti profughe che nei giorni scorsi sono scappate sotto gli occhi dei loro sfruttatori.
«Eravamo nella zona industriale di una città del Nord Italia», racconta Anna, operatrice dell'Unità di strada della Comunità Papa Giovanni XXIII. Nella zona ci sono circa una settantina di donne prostituite; la maggior parte di queste sembrano quasi bambine.
«Ci siamo avvicinati a tre di loro - continua la volontaria - che sembravano essere amiche, mentre parlavano con un giovane loro connazionale che tentava di dissuaderle dal restare in strada. Ad un tratto una ragazzina, tredicenne, ha preso la sua borsa e ha urlato alle altre: “Basta! Andiamo via: io quella donna non la voglio più pagare!”. Stavamo per risalire tutti sul pulmino, con le ragazze. Si sono avvicinati alcuni uomini nigeriani e magrebini, ci siamo sentiti controllati e in pericolo. E così in tutta fretta abbiamo messo in moto e siamo scappati via».
Ora le tre minorenni sono al sicuro in una Casa di protezione sociale. Inizieranno il loro programma di recupero, in collaborazione con le forze dell'ordine e i servizi sociali del territorio. Nella regione infatti l'Associazione è tra i partners del Progetto “In rete contro la tratta”, finalizzato all'accoglienza di donne e minori vittime di sfruttamento sessuale.
Per la Comunità Papa Giovanni XXIII non sono le prime adolescenti trafficate a trovare la libertà negli ultimi mesi; lo scorso agosto un'altra tredicenne era scappata dal racket subito dopo essere stata contattata dagli operatori di strada. L'allarme sulle profughe minorenni, destinate alla prostituzione coatta, arriva oggi soprattutto dal sud-Italia. Spesso sono le ragazze stesse a raccontare la propria Odissea, una volta accolte.
Dopo essere sbarcate in Sicilia e inviate ai Centri di accoglienza del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), le ragazzine ottengono facilmente un permesso per richiedenti asilo politico; subito dopo vengono prelevate direttamente negli stessi Centri di accoglienza dai loro sfruttatori, con cui erano già in contatto.
A Reggio Calabria, Apg23 inaugurerà lunedì 14 dicembre una struttura di prima accoglienza per i minori stranieri soli(la Casa della “Santissima Annunziata”), grazie ad un progetto sostenuto dalla Conferenza Episcopale italiana attraverso la fondazione Migrantes. Ad oggi vi sono accolti 12 minori stranieri non accompagnati tra cui due neonati. Alla sera con una fiaccolata Apg23 denuncerà pubblicamente il traffico delle bambine.
Poco lontano, nella Tenda Ministeriale allestita presso il porto di Reggio Calabria, Apg23 ha operato con circa 200 minori di sesso femminile, di cui 60 considerate a rischio di tratta e 10 accolte in contesto protetto.
Queste giovani – come specificato nel Dossier 2015 di Save the Children (Piccoli schiavi invisibili) - provengono prevalentemente da Nigeria, ma anche da Camerun, Mali, Eritrea e Somalia.
Dapprima sono ingannate con la promessa di un lavoro in Europa, da un uomo o una donna che chiamano “sponsor” o “trolley”, e che talvolta accompagnano personalmente le ragazze fino al paese di destinazione. Altre volte ne organizzano i passaggi di paese in paese.
Poi sono plagiate tramite stupri e magia nera (riti vodoo) per risarcire i 40.000 - 50.000 euro che si impegnano a pagare per il viaggio. Lungo il tragitto, sia in Niger che in Libia, subiscono violenze di gruppo, rapporti non protetti, aborti in condizioni igieniche pessime, spesso sotto gli occhi degli altri migranti.
Alcune di loro sono utilizzate come beni da baratto per l'incolumità del gruppo, quando occorre rabbonire i militari che minacciano coi fucili i convogli. Una volta sbarcate sulle nostre coste sono costrette a diventare ragazzine squillo.
Tra di loro circa un terzo sono minorenni (tra i 13 e i 17 anni), e vengono trafficate per soddisfare il mercato delle vergini adolescenti.
Si tratta di un commercio crudelissimo di cui sono clienti 50-60 enni - raccontano le accolte dalla Comunità Papa Giovanni XXIII - che fanno parte molto spesso di ricche élites sociali. Le giovanissime sono indotte all'abuso di droghe e alcool perchè non sfuggano alle violenze che le aspettano.
Poi sono spedite nei grandi bordelli d'Europa, in Germania, Austria, Olanda o avviate al turismo sessuale.
(Irene Ciambezi)
(foto di Marco Tassinari)