Lo scorso 4 novembre l’Italia, rappresentata a Ginevra da una delegazione guidata dal sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, e dal presidente del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, Fabrizio Petri è stata oggetto delle osservazioni nel corso del meccanismo dell’ "Universal Periodic Review" (UPR) Revisione Periodica Universale del Consiglio ONU per i Diritti Umani che controlla ogni cinque anni (in precedenza ogni quattro) l’operato di tutti gli Stati membri in materia di diritti umani.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (APG23) è impegnata in questa procedura sin dal 2011 e ha presentato diversi rapporti di monitoraggio per i vari Paesi in cui è presente nei cinque continenti. (link al sito APG23 upr). Rispetto a questo nuovo ciclo di revisione, il terzo all’Italia, è intervenuta presentando le proprie raccomandazioni (link al report Ita con i vari Annex APG23 upr) e partecipando attivamente a alla pre- sessione avvenuta lo scorso ottobre; le Ong e le Associazioni hanno potuto rivolgersi direttamente al rappresentante italiano alle Nazioni Unite e fare advocacy con le delegazioni degli Stati del Consiglio. La APG23 infatti è stata selezionata con un suo speaker per esporre oralmente uno statement in pubblica assemblea nella pre-sessione di lavoro, riguardo la propria esperienza e condivisione col popolo Rom.
Durante la sessione finale di esame del 4 Novembre, i Paesi membri hanno tenuto ampiamente in considerazione, oltre al report fornito dal nostro Governo e dalle Agenzie delle Nazioni Unite, quanto espresso e raccomandato dalle ONG.
Con particolare soddisfazione segnaliamo quelle dirette a rafforzare strategie per combattere atti di discriminazione, controllare i discorsi che incitano all’odio e la marginalizzazione dei gruppi più vulnerabili (in particolare migranti, comunità rom), promuovendo una cultura di interculturalità e pluralismo e in specifico le domande avanzate in anticipo per iscritto rispetto al dialogo interattivo di Germania, Regno Unito ed Irlanda (link al documento) per quanto concerne la minoranza Rom. Le domande infatti riflettono ampiamente l’oggetto dello statement orale portato dalla APG23 alla pre-session,discriminazione, sgomberi forzati e soluzioni alloggiative in applicazione della Strategia Nazionale di Inclusione che necessita di una effettiva implementazione oltre a quanto segnalato da altri rapporti della società civile.
Di grande importanza anche l’esigenza e la necessità ribadita da diversi Stati di ripristinare l’effettivo funzionamento dell’Osservatorio Nazionale sull’Infanzia e Adolescenza chiarendone ruoli e funzioni raccomandazione specifica indicata nel rapporto APG23.
A seguito poi delle tante convergenze dei rapporti delle Ong e Associazioni (tra cui APG23) sul tema migratorio per interventi diretti ad abolire e/o emendare i due recenti Decreti Sicurezza, si è richiamata l’Italia ad assicurare e rispettare il principio di non refoulement e urgentemente ratificare la Convenzione sui Diritti dei Migranti Lavoratori e delle loro Famiglie. Considerata la grave situazione e l’emergenza del fenomeno, è stato richiesto urgentemente che il Paese predisponga un sistema di monitoraggio della tratta e sfruttamento di persone e di migranti, inoltre, che si rafforzi, e non si osteggino, i sistemi di salvataggio in mare delle Ong.
Degna di ulteriore nota la raccomandazione per la sottoscrizione del The Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration richiesta parimenti contenuta anche nel rapporto di monitoraggio APG23 e quanto mai urgente.
In attesa dell’uscita ufficiale del Report del Working Group UPR (c.d. Item 6) dove leggeremo in modo puntuale tutte le singole raccomandazioni per settori e temi di intervento e capiremo quante e quali delle indicazioni delle varie Ong e Associazioni intervenute nella procedura saranno accolte dagli Stati raccomandanti, riteniamo di rilievo sottolineare, nel sommario che sintetizza e le osservazioni della società civile (link) la novità attribuibile ad APG23 della richiesta dell’implementazione del c.d. “Modello Nordico” per ciò che riguarda la violenza di genere derivante dal sistema prostituente come esplicitamente consigliato dalla Risoluzione del Parlamento Europeo nel 2014 (c.d. Risoluzione Honeyball)5.
La procedura di Revisione Universale (UPR) è uno degli strumenti internazionale di tutela dei diritti umani che più di altri consente alla società civile di interloquire con le istituzioni delle Nazioni Unite e ne è certamente riconoscibile come uno dei principali strumenti di democratizzazione e per il nostro Paese come ricordato anche dall’On. Manlio Di Stefano, Sotto Segretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione, i diritti umani hanno grande e imprescindibile significanza nelle politiche interne, presidio irrinunciabile per la convivenza pacifica e la coesione sociale che trova preciso riferimento nella Costituzione Italiana.