Santa Giuseppina Bakhita, nata nel 1869, all'età di 9 anni fu rapita in Sudan e fatta schiava. È stata proclamata Santa nel 2000 da papa Giovanni Paolo II, ed oggi è la santa protrettrice di tutte le donne e degli uomini che sono venduti come schiavi nel mondo. Per tutta la sua vita Giuseppina Bakhita portò sul suo corpo 144 cicatrici, segno delle tragiche esperienze di violenza subìte da bambina. Giunta in Italia dal Sudan, quando le fu permesso di tornare libera, diventò Suor Bakhita nell'Ordine delle Canossiane. Con la sua storia testimoniò la gioia del non sentirsi più sola, ma amata da Dio e dalle consorelle.
L'8 febbaio per il nome Giuseppina (femminile di Giuseppe) ricorre l'onomastico, in ricordo appunto di Santa Giuseppina Bakhita, che è scomparsa l'8 febbraio 1947. Dall'ebraico il nome deriva da Yoseph, che ha il significato beneaugurale di "accresciuto da Dio". Così è stato infatti per la famiglia di Giuseppe, papà di Gesù.
In ricordo di Giuseppina Bakhita sono stati realizzati il film "Bakhita" e la miniserie televisiva "Bakhita" in due puntate. Raccontano le torture e le umiliazioni subite dalla Santa, fino alla salvezza trovata grazie ad un commerciante italiano. Il film è stato prodotto con la regia di Giacomo Campiotti nel 2008; la serie TV è andata in onda sulla Rai nel 2009.
L'8 febbraio di ogni anno si celebra dal 2015 (leggi la testimonianza di Irene Ciambezi) la Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, nella memoria di Santa Giuseppina Bakhita. Alla base in quell'anno c'era questo documento finale del Simposio Internazionale della Pastorale di Strada, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, promosso poi da Papa Francesco sotto forma di Piano d'Azione.
A questo sito sono disponibili oggi tutte le informazioni e il testo della preghiera contro la tratta. Per promuovere la giornata di preghiera dedicata a Santa Bakhita viene utilizzato l'hashtag #PrayAgainstTrafficking .
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Nel 2021 il tema della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta è stato "Economia senza tratta di persone": la giornata accende così i riflettori su una delle principali cause della tratta ossia il modello economico dominante, i cui limiti e contraddizioni sono acuiti dalla pandemia COVID-19. Ecco l'appello di Papa Francesco lanciato nel 2020.
L'8 febbraio 2021 dalle 10 alle 17 la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato una Maratona mondiale di preghiera online, che ha previsto video e testimonianze e coinvolgerà organizzazioni d'Europa impegnate al fianco delle vittime. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato anche altre iniziative di preghiera e riflessione sulla tratta a fini sessuale, in collaborazione con le diocesi di Bari, Catania, Ferrara, Genova, Lecce, Modena, Padova, Piacenza, Treviso, Venezia e altre.
Scopri qui gli eventi organizzati in tutta Italia per l'edizione 2021
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Nel 2019 la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato eventi nelle piazze di Roma, Verona, Piacenza e Genova. Nel 2018, gli eventi della quarta Giornata internazionale hanno avuto come filo conduttore il tema “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà! No alla schiavitù!”. Si sono registrate iniziative in tutta Italia per fare memoria dei 21 milioni di schiavi di oggi, vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo: Papa Francesco ha incontrato la rete delle associazioni aderenti; a Verona sono intervenuti i vescovi del Triveneto; a Roma la Rete Talità Kum ha promosso una Veglia di preghiera nella Basilica di San Giovanni Laterano. Ferrara ha visto organizzata una serata di testimonianze; a Torino è organizzato un concerto gospel; a Sassari una marcia silenziosa nei luoghi di sfruttamento della donna. Eventi anche a Piacenza e a Rovigo.
A Verona oltre 500 persone hanno partecipato giovedì 8 febbraio 2018 alla veglia di preghiera promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in occasione della Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone dedicata a Giuseppina Bakhita. L'evento era presieduto dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia, con i vescovi di Verona, Giuseppe Zenti; Vicenza, Beniamino Pizziol; e Adria-Rovigo, Pierantonio Pavanello.
«Siamo qui in rappresentanza di tutti i vescovi del Triveneto per partecipare con tutti voi a questo evento che mette in risalto un fenomeno allucinante – ha detto mons. Zenti in apertura, nella piazza che collega la stazione ferroviaria alla chiesa dedicata al Cuore immacolato di Maria –. Dobbiamo entrare nella prospettiva di Dio che salva l’umanesimo da un disumanesimo in cui l’uomo diventa uno strumento, viene usato. Siamo qui per riprendere la consapevolezza della dignità di ogni persona».
(immagini della PhotoGallery: Caterina Balocco)
Impressionante il parallelismo tra la storia di Santa Bakhita, resa presente attraverso le pagine del suo diario raccontate da una suora canossiana, e quella di Sonia, giovane nigeriana da poco sottratta al racket della prostituzione, che ha parlato protetta da un lenzuolo per tutelare la propria identità.
Sono passati 130 anni ma l’incredibile serie di torture e violenze subite dalle due fin da bambine sembra la stessa. Con la differenza che per Bakhita l’arrivo in Italia, dopo essere stata venduta la prima volta a 7 anni e aver cambiato 5 diversi padroni, ha rappresentato l’incontro con la libertà. Mentre Sonia, venduta la prima volta a 5 anni, dopo essere arrivata in Italia con un viaggio di tre giorni in mare senza acqua né cibo, dal centro di accoglienza è finita nelle mani di una Madame che l’ha costretta a prostituirsi segregandola assieme ad altre ragazze. «Clienti su clienti, clienti su clienti… avevo lo schifo di quella vita… – ha raccontato Sonia, con voce spezzata – fino a quando una mattina, sul far dell’alba arrivò la polizia e ci liberò tutte». «Fermate i trafficanti, ma fermate anche i clienti! – ha invocato – Siamo lì per costrizione e ogni volta che venite a comprare il nostro corpo, quello si può chiamare soltanto stupro. Fermatevi!».
Guarda il video di Telepace http://www.telepace.com/trasmissioni/tg-telepace/migrazione-senza-tratta/
«È difficile prendere parola quando vite e fatti come quelli che abbiamo sentito hanno non solo provocato ma anche ferito interiormente – ha commentato il patriarca Moraglia – che prima della veglia aveva voluto incontrare personalmente, con gli altri vescovi e i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, alcune giovani che si prostituiscono a poche centinaia di metri dal luogo in cui si è svolta la veglia –. Il volontariato cristiano è insostituibile, ma ci vogliono leggi giuste che aiutino chi in questo mercato è l’anello più debole, donne che per l’età potrebbero essere figlie, sorelle di chi per divertimento o per abitudine le tratta alla stregua di oggetti da comprare e usare. Santa Bakhita interceda per noi e per le tante Giuseppina Bakhita del nostro tempo».
A coinvolgere nel dramma delle traversate del Mediterraneo da parte di uomini e donne in fuga ci ha pensato Gennaro Giudetti, volontario di Operazione Colomba che ha partecipato ad un salvataggio sulla nave Sea Watch, vedendo morire decine di persone tra cui un bambino di due anni e mezzo. Assieme a lui però anche la testimonianza di una alternativa possibile, attraverso il racconto di Abu Rabia, profugo siriano giunto con il primo “corridoio umanitario”, che gli ha permesso di arrivare in Italia in maniera legale e sicura. Una soluzione che toglie alla radice ogni possibilità di sfruttamento e legame con la criminalità organizzata, che approfitta della vulnerabilità di queste persone per organizzare lavoro nero e sfruttamento della prostituzione.
Altra proposta per fermare tratta e sfruttamento di esseri umani è arrivata da Primo Lazzari, vicepresidente dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
«Stasera ci siamo dati appuntamento alle porte della chiesa – ha detto in chiusura – ci siamo incamminati per incontrare chi abita le periferie esistenziali, per riportare dentro le mura, dentro la chiesa, coloro che sono esclusi». E ha invitato a compiere un gesto concreto, aderendo alla Campagna Questo è il mio corpo che punta a fermare lo sfruttamento della prostituzione.
L'edizione del 2017 della celebrazione di Santa Bakhita è stata occasione per i Vescovi di Vicenza e Verona di firmare personalmente, insieme al Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, il proprio impegno personale nella lotta contro la schiavitù della donna in Italia. Le autorità della Chiesa hanno sottoscritto infatti per l'occasione la campagna Questo è il mio corpo contro il racket della prostituzione. A Torino un lungo corteo ha percorso nel 2017 le vie della città. Ecco nel servizio della Rai regionale del Piemonte il racconto di com'è andata.
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