Vite così brevi da racchiudersi nei pochi battiti di un cuore nascosto ma che ha ugualmente generato gioia e dolore. Sono le vite dei bimbi morti prima di nascere, cui spesso è negata anche una degna sepoltura. Tanti genitori, nonni, fratelli portano dentro di sè un viso mai visto.
«Sia sempre garantito il rispetto della privacy e della dignità delle mamme che non hanno dato alla luce i loro figli». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla vicenda delle tombe dei feti con i nomi delle madri in un cimitero romano.
«L’aborto rappresenta un lutto sommerso, un evento tragico e sottovalutato. Lo constatiamo giorno per giorno, da anni, nell’incontro con donne, coppie che hanno attraversato questa esperienza sia che a monte ci fosse una decisione precisa oppure no. A volte il dolore si manifesta immediatamente dopo l’evento luttuoso, a volte passano anni prima che venga ascoltato e, se trova spazio attorno a sé, liberato. Lo confermano anche i racconti ascoltati in questi giorni. Il mancato riconoscimento sociale di questo evento come fonte di dolore, non fa che acuire la solitudine, complicando il processo di elaborazione del lutto», spiegano i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Fa loro eco il Presidente Ramonda: «Insieme alla dignità della madre va garantita anche quella del figlio non nato». La sepoltura è una pratica riconosciuta nel mondo indipendentemente dalla cultura e dalla religione, quale riconoscimento di dignità per il defunto e come atto di accudimento che genera con-solazione per chi resta.
La consapevolezza del dolore ascoltato dai genitori di bimbi che non sono mai nati ci motiva nel fornire tutte le informazioni necessarie, nel rispetto della privacy, per poter compiere l'atto del seppellimento, che restituisce dignità e rispetto alle spoglie mortali dei bimbi di ogni età gestazionale.
Il Regolamento di polizia mortuaria
Nel DPR 285/90 (Regolamento di polizia mortuaria) all'art. 7 si stabiliscono i criteri per la sepoltura di chi muore alla nascita o prima di nascere. Per i feti nati vivi a qualunque epoca gestazionale e subito deceduti o nati morti da gravidanze che abbiano superato le 28 settimane di gestazione va fatta la registrazione all’anagrafe. Riguardo alla sepoltura vengono considerati al pari di chi muore a qualunque età dopo la nascita.
I feti nati morti in età gestazionale compresa tra le 20 e le 28 settimane vengono definiti “prodotti abortivi”. La sepoltura è obbligatoria in analogia alle parti anatomiche riconoscibili. I genitori hanno 24 ore di tempo per occuparsene personalmente, trascorse le quali la sepoltura avviene a carico della struttura ospedaliera in accordo col Comune. Il permesso di trasporto e sepoltura è rilasciato non dal Comune ma dall'unità sanitaria locale.
Infine embrioni e feti umani deceduti prima di 20 settimane di gestazione vengono definiti dalla legge “prodotti del concepimento”. I parenti (non è specificato il grado, quindi non solo i genitori) o chi per essi hanno 24 ore di tempo per scegliere di occuparsi della sepoltura trascorse le quali si entra in un campo non chiaramente normato.
E’ in base alle definizioni contenute nel dpr 285/90 che gli ospedali definiscono “prodotto abortivo di nome cognome della madre” piuttosto che “Prodotto del concepimento di nome cognome della madre”.
Tale dicitura viene poi spesso riportata nei registri cimiteriali e talvolta sulle lapidi con grande indignazione dei genitori. Questi vorrebbero scrivere il nome che avrebbero voluto dare al proprio figlio ma tale concessione è fortemente osteggiata dai cimiteri pur non essendo vietata da alcuna norma.
Una circolare del Ministero della Sanità del 1988 ricorda come ne sia vietato lo smaltimento attraverso la rete fognante, pur ritenendo legittimo lo smaltimento fra i rifiuti speciali, ritiene violi i principi dell’etica comune. Indica quindi che la sepoltura debba avvenire in ogni caso, anche in assenza della richiesta dei genitori.
Così, trascorse le 24 ore riservate all’azione dei parenti, la struttura sanitaria in cui giace la salma deve scegliere cosa farne: gettarla fra i rifiuti speciali che verranno poi inceneriti o trasformati in combustibile solido come indicano recenti norme europee, oppure destinarli alla sepoltura a proprio carico o in accordo con associazioni del terzo settore.
La scelta prevalente porta a gettarli fra i rifiuti, non per legge ma solo in analogia a quanto previsto per le parti anatomiche non riconoscibili.
Dare una degna sepoltura ai bimbi mai nati non è solo un loro diritto, ma anche la modalità più comune per elaborare il lutto e andare verso il suo superamento. Permette ad un bambino di ricevere un nome che possa essere ricordato.
Contattaci. Sarà nostra cura fornire ai genitori tutte le informazioni necessarie, nel rispetto della privacy, per poter compiere questo gesto, qualunque fosse la settimana di gestazione raggiunta.
Qui puoi scaricare i moduli e la normativa per la sepoltura dei bimbi morti prima di nascere.
Il numero verde. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha attivato un numero verde per fornire informazioni sulla sepoltura dei feti e per l’aiuto alle gestanti in difficoltà: 800-035036
In alternativa puoi scrivere un messaggio privato su WhatsApp al numero 342.7457666 oppure sulla pagina Facebook della Comunità Papa Giovanni XXIII o porre le tue domande via mail: maternitaevita@apg23.org.
La Comunità Papa Giovanni XXIII si occupa di sepoltura dei feti dall'aprile 1999, quando don Oreste Benzi celebrò il funerale di Matteo, figlio di una donna che perse il bimbo a 19 settimane di gestazione. Da allora abbiamo aiutato centinaia di genitori ad ottenere la degna sepoltura del loro figlio.
La preghiera del 1 Novembre. Dal 1999, in occasione della Festa di Ognissanti, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza un momento di preghiera presso i cimiteri di diverse città italiane dove sono sepolti i bambini mai nati. Luoghi in cui sono invitati tutti i genitori a commemorare ricordare e riconoscere valore alle vite dei nascituri che non sono venuti al mondo a causa di aborti.
TV2000 ha raccontato l'esperienza di lutto prenatale di Lara che spiega quanto sia stata importante, per lei e il marito, la sepoltura di loro figlio Simone, morto a 16 settimane di gravidanza. Dal minuto 3.30 al minuto 13.27, con l'interessante risposta del teologo Padre Innocenzo Gargano sulla sorte dei bimbi non nati.
Il 2 novembre 2019 Papa Francesco si è recato per la prima volta al "Giardino degli Angeli" presso il cimitero romano del Laurentino, uno spazio inaugurato sei anni fa e dedicato alla sepoltura dei bambini mai nati. La trasmissione racconta poi la visita del Papa, la prima dei Pontificati, al cimitero Laurentino.Da segnalare l'accenno di Padre Innocenzo (al minuto 30.30) all'inesistenza del limbo.
Per approfondire: scarica le testimonianze sul seppellimento dei bimbi non nati. All'interno di questa pubblicazione sono raccolti i racconti di chi ha vissuto il lutto prenatale, testimonianza di come sia stato importante per loro e le loro famiglie il seppellimento.
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