La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aderito alla lettera sottoscritta da 74 enti di servizio civile e inviata alla Ministra Dadone e al Capo del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, che chiede una proroga dei tempi di invio delle graduatorie del bando volontari 2021 e delle date di avvio dei relativi Programmi di Intervento. Richiesta che ad oggi non ha ancora avuto risposta. Il bando, infatti, prevede appena trenta giorni di tempo per esperire la procedura di selezione dei volontari, una procedura che nello scorso bando prevedeva 90 giorni.
«Quella che sembra una questione tecnica è, in realtà, un aspetto di sostanza — dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente dell’associazione —. Si chiede agli enti uno sforzo enorme, in piena ondata pandemica, per selezionare 55.000 giovani in soli 30 giorni. Non dimentichiamo che selezionare i giovani significa garantire loro uno spazio adeguato di ascolto, nel quale approfondire le motivazioni, le aspettative, la consapevolezza rispetto a un’esperienza che veramente cambia la vita. E’ fondamentale non perdere la qualità dell’incontro perché abbiamo una grande responsabilità verso i giovani»!
La mancata risposta da parte del Dipartimento mette in luce un altro aspetto preoccupante, ovvero la svalutazione del ruolo della Consulta Nazionale del Servizio Civile, l’organismo di consultazione, riferimento e confronto per l’attuazione del Servizio Civile Universale. La decisione di contrarre i tempi di selezione è avvenuta nonostante il parere negativo della Consulta, che in data 13 dicembre 2021 aveva chiaramente fatto presente come tali tempistiche fossero incompatibili con i vincoli imposti da una procedura concorsuale.
«Da molti anni siamo ente di servizio civile — continua Ramonda — e proponiamo ai giovani un’esperienza di servizio, nonviolenza e condivisione con chi vive l’emarginazione e l’ingiustizia, coerentemente con quanto prevede la legge che istituisce il Servizio Civile. Quando il Dipartimento, anziché curare l’ascolto, il confronto, il dialogo con tutti gli attori del Servizio Civile, decide di procedere in autonomia e in contrasto con tali attori, opera in contraddizione con quegli stessi principi previsti dal Servizio Civile e da quella Legge che dovrebbe applicare».
Diversi gli episodi che confermano purtroppo un venir meno del dialogo e del confronto con gli Enti: tra questi il blocco delle partenze per i Paesi esteri per 300 volontari lo scorso agosto, l’abolizione dei piani annuali e l’istituzione di un Centro Nazionale per il SCU a L’Aquila senza un passaggio preventivo in Consulta.
«Quest’anno ricorre il 50° della legge 772 che istituisce l’Obiezione di Coscienza in Italia — conclude Ramonda —. Questo importante anniversario richiama tutti noi, protagonisti nell’attuazione del SCU - Enti, Istituzioni, giovani -, a un impegno comune: far sì che questa bellissima storia venga valorizzata, riletta alla luce della contemporaneità, senza perderne di vista i valori! Auspico, quindi un segnale forte da parte della Ministra Dadone in tal senso e un primo passo potrebbe essere investire nel confronto e nella collaborazione con gli Enti che sono custodi di questa storia e del presente del SCU. E ancora, chiedo alla Ministra di non accontentarsi di fare qualcosa per i giovani: rendiamoli protagonisti della costruzione della pace, della promozione dei diritti e della solidarietà nelle nostre comunità! Questo sì che farà bene ai giovani e al Paese».