A seguito del DPCM del 10 marzo 2020, il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Universale ha emanato la circolare "recante indicazioni agli enti di servizio civile in relazione all'impiego degli operatori volontari nell'ambito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19".
La circolare dispone:
la sospensione dei progetti di servizio civile sull'intero territorio nazionale e la conseguente sospensione dal servizio degli operatori volontari, attualmente in permesso straordinario per causa di forza maggiore, fino al 3 aprile 2020
la sospensione delle partenze all'estero dei volontari in servizio civile in progetti esteri
il rientro degli operatori volontari attualmente all'estero nel progetto sperimentale dei Corpi Civili di Pace 2019
Gli operatori volontari di questo ente di servizio civile, in caso di chiarimenti o dubbi possono contattare l'ufficio del servizio civile dell'ente Comunità Papa Giovanni XXIII via email a odcpace@apg23.org o serviziocivile@apg23.org
L’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII rende noto che sono in corso le selezioni dei candidati che hanno utilmente presentato domanda sul sistema informatico DOL del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.
Le selezioni hanno inizio il 30 ottobre e termineranno a fine novembre. Le date dei colloqui ed i nominativi convocati, oltre ad essere inviati per email a ciascun candidato con un anticipo di almeno 10 giorni, vengono pubblicate sulla home page del sito di riferimento del servizio civile di questo ente www.odcpace.org e, come recita l’art. 6 del bando 2019 di servizio civile, tale pubblicazione ha valore di notifica.
Superare la malnutrizione in Zambia, offrire un tetto e un pasto al giorno a chi vive in strada in Kenya e Bolivia così come in Albania, integrare i disabili fisici e mentali in Bangladesh e Sri Lanka, contribuire alla rimozione delle cause che creano ingiustizia a Ginevra presso le Nazioni Unite; esperienze di vita in strutture di accoglienza, centri diurni, case famiglia anche in 13 regioni Italiane: Piemonte, Emilia Romagna, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto.
Sono occasioni per educarsi ed educare alla pace, formarsi sotto l'aspetto professionale, civico e sociale attraverso la condivisione diretta e l'impegno con altri giovani per trasformare in modo nonviolento i conflitti del mondo che viviamo.
Possono presentare domanda i giovani italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno, di età compresa tra 18 e 28 anni, senza precedenti penali; sulla base delle richieste presentate e di colloqui personali verranno formate delle graduatorie per l’accesso al bando. Il servizio civile con la Comunità Papa Giovanni XXIII dura 12 mesi e impegna 25 ore settimanali. I giovani ricevono un contributo spese di 439,50 euro mensili. Nei progetti all’estero viene aggiunta una diaria giornaliera che va dai 13 ai 15 euro a seconda del Paese di destinazione.
progetti Italia odcpace@apg23.org
progetti Estero caschibianchi@apg23.org
Numero Verde 800 913 596
Whapp 340 2241702
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Il servizio civile è un'esperienza di formazione e volontariato rivolta dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile ai giovani fra i 18 e i 28 anni. Consiste in un anno di attività di impegno civico concreto, in Italia o all'estero, all'interno di un progetto presentato da un ente accreditato. I campi di intervento vanno dal servizio a persone in situazione di disagio, ad attività educative negli enti pubblici; dall'impegno fra le emergenze dei paesi del sud del mondo al supporto alle attività culturali degli enti pubblici.
Il servizio civile consente ai giovani di fare un anno di volontariato in Italia o all'estero; impegna fra le 30 e le 40 ore a settimana e in Italia prevede un rimborso spese di 433 euro mensili.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ente di servizio civile accreditato, presenta ogni anno progetti di servizio civile in Italia e all'estero.
Sono tante le realtà in cui ragazzi e ragazze possono coinvolgersi e sperimentarsi, condividendo la loro quotidianità con minori, persone con disabilità, adulti che si trovano in condizioni di disagio, senza una casa o affetti da dipendenze ed inseriti in percorsi di recupero, donne in difficoltà, vittime di tratta e/o con minori a carico, immigrati e profughi, detenuti che hanno scelto misure alternative alla pena ed ex detenuti. Altri volontari svolgeranno attività di informazione, formazione e sensibilizzazione: educazione alla pace, comunicazione dal basso, progettazione, approfondimenti sul rispetto dei diritti umani. È possibile un anno di volontariato nelle case famiglia, nelle cooperative e nelle accoglienze per homeless e minori in difficoltà in Italia; in tutto il mondo sono attive, grazie al progetto dei Caschi Bianchi, attività di vicinanza alle popolazioni più povere o vittime di conflitti.
Oltre alla proposta di condivisione diretta, importante nelle proposte della Comunità Papa Giovanni XXIII è l’azione diretta a rimuovere le cause dell’emarginazione, caratteristica che è trasversale a tutti i progetti.
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Il Servizio Civile è una delle modalità date ad un giovane di mettersi in dialogo con il territorio, di prender coscienza delle ingiustizie e delle conflittualità presenti e di provare a dare una risposta.
Lo ha scoperto Sara, che sta svolgendo servizio civile in una struttura di accoglienza per ragazze vittime di tratta, fuggite dal racket della prostituzione: «Inizialmente i bisogni delle ragazze accolte possono sembrare banali, come una visita medica o una chiacchierata spensierata – racconta – ma poi capisci che sono questi i momenti che le arricchiscono e le aiutano nel loro percorso. L’unica cosa alla quale erano abituate era sentirsi chiedere quanto costassero. Questo a lungo andare lacera l’anima di una donna, la rende fragile e la svuota di ogni sentimento.»
«Nell’essere volontario in servizio civile è insita la volontà di dare qualcosa di sé agli altri, che porta a chiederti cosa puoi fare». Lo spiegano Francesco e Giulia, Caschi Bianchi in Brasile. Si son ritrovati a scoprire nelle persone che incontrano bisogni che accomunano tutti: «Ogni persona ha una richiesta differente, ma alla base di tutto riconosciamo un bisogno ancora più totalizzante: sentirsi amati».
Sara, volontaria in un centro diurno per disabili, ci conferma come il servizio civile aiuti a comprendere maggiormente la complessità di oggi, guardando la vita in un percorso di ricerca di senso: «In questi mesi di servizio civile ho capito che normalità e diversità sono solo parole, etichette che una maggioranza di persone applica a sé e ad una minoranza di altre. Ho capito che i nostri modi fin troppo educati spesso ci fanno perdere spontaneità e sincerità verso gli altri e verso le nostre stesse emozioni.»
Dal riconoscimento dell’obiezione di coscienza nel dicembre del 1972 ad oggi, attraverso il Servizio Sostitutivo Civile prima ed il Servizio Civile Nazionale poi, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha incontrato oltre 6.000 giovani ai quali ha offerto la possibilità di essere cittadini attivi difendendo gli ultimi ed educando gli altri e se stessi alla pace. Dal 2018 il servizio civile diventa Universale.
Dal 2001 l’alternativa alla difesa armata attuata dagli “obiettori”, obbligati alla leva, è diventata una scelta volontaria. Si è arricchita del servizio delle donne e si è confrontata con molte altre dinamiche legate all’impegno dei giovani. Oggi, per le previsioni contenute nella Riforma del Terzo Settore (DL 106/2016), si compie un’altra importante trasformazione: il Servizio Civile Nazionale diviene Universale (SCU) e vi possano partecipare tutti i giovani che lo chiedono: italiani, stranieri regolarmente soggiornanti, cittadini della Comunità Europea.
Le novità di maggior rilevanza per gli enti si traducono soprattutto nella previsione esplicita di una programmazione triennale, non prevista in precedenza, ed una annuale a livello nazionale. Fino ad oggi, infatti, gli enti di servizio civile, come la Comunità Papa Giovanni XXIII, fungevano da “sentinelle” sul territorio: rilevavano i bisogni a livello locale e a questi cercavano di rispondere attraverso i progetti di servizio civile. Con la riforma questa dinamica viene ribaltata: sono le Istituzioni ad individuare i bisogni prioritari e gli Enti a proporre possibili risposte attraverso programmi ed progetti.
Il monte ore per i volontari verrà ridotto a 25 ore settimanali e la durata potrà variare da 8 a 12 mesi. Viene inoltre aperta la possibilità, per gli enti, di proporre ai candidati per il servizio civile in Italia, progetti che prevedano la possibilità di trascorrere 3 mesi presso una sede dell’ente all’interno dell’UE o, in alternativa, di usufruire di un tutoraggio “finalizzato alla facilitazione dell'accesso al mercato del lavoro”.
Oggi, il Servizio Civile è l'unico Istituto che in alternativa alle Forze Armate concorre alla Difesa della Patria, seppur con mezzi e attività non armate. Questa dimensione, con il servizio civile universale viene ancor più enfatizzata dal legislatore, anche se le norme secondarie e le prassi di gestione consolidate paiono talvolta allontanare l’esperienza da questa finalità. Fondamentale perché il Servizio civile cresca in qualità ed efficacia anche attraverso questa riforma, sarà la collaborazione tra gli Enti orientata a proporre ai giovani un’esperienza chiave di incontro, cittadinanza attiva e difesa della patria con mezzi nonviolenti, che origini dalla condivisione diretta e sia orientata alla rimozione delle cause dell’emarginazione.
Se riusciremo a promuovere l’incontro dei giovani con gli ultimi che ci riconducono all’essenza ed al senso della vita, ciò che è limitato per norma si potrà fare per libera scelta. Se non dovessimo riuscirci, l’appiattimento del servizio civile sulle prestazioni di cui noi abbiamo bisogno sarà dipeso solo da noi.
Giovanni Paolo Ramonda, presidente dell’Apg23, ha dato il benvenuto ai volontari in servizio civile nel 2019 con una lettera aperta. Eccola.
Cari e care giovani, diamo il benvenuto a ciascuno di voi, con l'augurio che questa esperienza sia una palestra di cittadinanza e nonviolenza, non solo per voi, ma anche per la nostra associazione, in un processo circolare in cui proprio voi, che iniziate con il servizio civile un percorso formativo, ci formate con il vostro entusiasmo, le vostre idee, le vostre domande e, a volte, le vostre critiche.
Per la nostra Comunità la condivisione diretta è la via principale per sperimentare la nonviolenza e la promozione dei Diritti Umani. In questo anno vi verrà proposto di vivere un'esperienza di incontro con gli ultimi della storia, gli emarginati, le vittime dell'ingiustizia. Per qualcuno di voi probabilmente sarà come spalancare una finestra su mondi sconosciuti. Rappresenterà l'occasione per guardare le vostre comunità da un punto di vista privilegiato, il loro. Sarete degli artigiani impegnati a costruire queste fragili relazioni, con la bella stagione, ma anche nelle intemperie. Costruire. Una parola che ha in sé la creatività, la fatica, l'impegno, e un prefisso che ci ricorda che quello che facciamo ha senso solo se si fa assieme.
Non importa che svolgiate servizio in una casa famiglia, piuttosto che in un centro diurno, in una comunità terapeutica piuttosto che in un cec, in Italia piuttosto che all'estero. Sarà in tutti i casi una palestra di cittadinanza nella misura in cui accrescerà il vostro sentirvi parte di qualcosa di più ampio di voi stessi, delle vostre cerchie ristrette, nella misura in cui vi farà sentire la responsabilità di dare il vostro contributo. Sarà un'esperienza di nonviolenza nella misura in cui vi aiuterà a scoprire l'umanità che c'è in ogni persona e vi spingerà a proteggere quell'umanità sofferente. Sarà nonviolenta se vi porterà a un cambiamento dentro voi stessi prima ancora che negli altri.
Un grazie in anticipo perché il vostro impegno contribuisce a fare cultura: la cultura della solidarietà, della nonviolenza, della valorizzazione delle differenze, dell' I CARE di cui parlava don Milani.
«L’Obiezione di Coscienza come valore della coscienza e scelta dell’individuo – commentava durante un Convegno del 2003 Don Oreste - non scompare nel Servizio Civile, ma si tramuta in proposta di vita quotidiana improntata alla nonviolenza e alla solidarietà. (…) L'altro guarirà non perché gli hai detto il suo errore, ma perché mentre parlavi ha sentito il tuo amore e gli è venuta nostalgia anche a lui di amare».
Qualunque siano i motivi che vi hanno portati qui, questo è quello che vorremmo proporvi, la proposta più alta che possiamo e vogliamo farvi.
Care e cari, vi auguro ancora un buon servizio civile!
Giovanni Paolo Ramonda
Presidente dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
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