Abbiamo appena finito di festeggiare la dignità delle donne, di tutte le donne con la ricorrenza dell’8 marzo. Eppure è sotto gli occhi di tutti: ancora ci sono donne sfruttate, schiave, a cui viene negato il diritto di vivere con dignità. Sono le vittime senza voce della tratta e della violenza spesso taciuta, “donne invisibili,” trama e titolo della prossima puntata di Sulla Via di Damasco, in onda sabato, 11 Marzo, su Rai Due, ore 7.45, con replica mercoledì 15 marzo in terza serata.
All’inizio del programma di Mons. Giovanni D’Ercole e Vito Sidoti, le testimonianze agghiaccianti di Mirela e Joy, rispettivamente rumena e nigeriana, entrambe in Italia dietro la promessa ingannevole di un lavoro e di una nuova vita. Vivranno, invece, il copione della vita di tante che inseguono il sogno migratorio, l’incubo dello sfruttamento sessuale, costrette a prostituirsi in strada, percosse e molestate dai loro sfruttatori. Poi il racconto del loro incontro con Silvia e Laila, operatrici della Comunità Papa Giovanni XXIII, e l’invito a venire fuori da quella vita infernale intraprendendo un percorso di riscatto e liberazione presso la Casa delle donne a Rimini. Laila, nell’intervista, presenta la campagna Questo è il mio corpo per fermare “la domanda di carne” da parte dei complici del traffico e vendita delle donne più vulnerabili, attività criminali collaterali al consumo della prostituzione. L’ultimo contributo è una storia di sottomissione tra le mura domestiche cominciata con semplici insulti, poi, come in una spirale, l’esplosione della violenza fisica contro una donna inerme e la corsa in ospedale. Qui l’incontro con uno dei centri antiviolenza Sostegno Donna di We World, un presidio protetto e multifunzionale che offre sostegno concreto alle donne che subiscono la brutalità di un amore sbagliato.
foto di Emanuele Zamboni