Si dice che Natale venga una volta l’anno. È per tutti l’occasione di raccogliere i pensieri e scriverli in un biglietto, di radunare attorno a sé le persone care e consegnare loro un regalo fatto con il cuore, di riempire gli occhi, la pancia e lo spirito di cose buone. Ci sono cose che sono più buone di altre, perché portano con sé un significato particolare – come i regali di Natale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che aprono nuovi orizzonti e prospettive di vita.
Gli scarni crocifissi uniscono saldamente drammi e fragilità diverse. Il legno è quello dei barconi che attraversano il Mediterraneo carichi di migranti in cerca di pace e rifugio; le mani che lo lavorano sono di Andrea, che a 24 anni ha già conosciuto il carcere, e di Raffaele, che sorride sempre. Entrambi sono accolti dalla Cooperativa “Rò La Formichina” di Acireale, dove persone con disabilità e con procedimenti penali in corso, spalla a spalla, trasformano non solo il legno, ma anche il proprio futuro, in un’opera d’arte unica nel suo genere.
Le sciarpe, le borse e i portapenne tessuti al telaio a mano parlano del lavoro paziente di Ebi e delle altre donne del progetto “Colori e Stoffe” in Albania, che si sono aggrappate ai fili di cotone per risollevare la propria sorte, intrecciandoli alle loro speranze e creando trame meravigliose.
I cesti natalizi “La Madre Terra” racchiudono ghiottonerie di ogni sorta, che sono sì biologiche e a km 0, ma vengono soprattutto preparate con cura e in modo artigianale da Cristina e da chi frequenta insieme a lei il laboratorio della Cooperativa “La Fraternità”, un luogo pensato delle persone con disabilità che vi lavorano. Così come il Centro Diurno della Cooperativa l’”Eco”, dove Silvana ha un compito preciso: quello di arrotolare con minuzia le strisce di feltro colorate per fare le “murrine”, che poi vengono attaccare alle cornici di legno sbiancato.
Scegliere uno di questi prodotti significa dare valore al lavoro di Ebi, Andrea, Raffaele, Cristina e Silvana e sostenere le attività e i progetti portati avanti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII che, dando loro un impiego e un impegno concreto, ne preservano la dignità. Non solo: significa regalare un pezzo unico, perché fatto a mano e perché porta con sé una storia che vale la pena ascoltare. E poi c’è un regalo che non si può toccare, ma solo raccontare: è la gioia di chi era solo e ora ha una famiglia, è il sollievo di chi aveva fame e ha avuto un pasto, è la pace di chi viveva in strada e ha una casa, è il futuro di un bambino che va a scuola e l’orgoglio di tutti quelli che hanno trovato un lavoro.
Questa storia è scritta in una lettera da donare a chiunque vuole ricevere il regalo più bello: un mondo più giusto, per tutti.
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QUEST'ANNO FAI UN REGALO SPECIALE CHE CAMBIA DUE VITE.
Il tuo regalo di Natale può cambiare la vita di chi potrà essere accolto nelle Case della Comunità e sentirsi di nuovo amato, e quella di chi riceverà il tuo regalo.
Condividerete la gioia di sapere che, insieme, state cambiando la storia di qualcuno.