Una casa di accoglienza nel cuore di Haiti a cinque anni e mezzo dal terremoto che nel 2010 ha fatto oltre 200 mila vittime nell'isola caraibica. È stata inaugurata ieri dal responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Ramonda. Presenti alla cerimonia circa 200 persone, per lo più famiglie haitiane che già beneficiano della presenza della Comunità, oltre alle organizzazioni con cui l'Apg23 collabora fin dall'inizio della missione: i Padri Scalabriniani che hanno celebrato la messa in Creolo, la lingua locale; le suore Dominicane, che hanno organizzato la cena; gli operatori della Caritas Italiana e Ambrosiana; il segretario del Nunzio Apostolico.
«La presenza dei nostri missionari ad Haiti è iniziata dopo il terremoto del 2010 – racconta Matteo Vignato, responsabile della Zona Caraibi dell'Apg23 –. Inizialmente siamo stati accolti e sostenuti dai Padri Scalabriniani. Poi, grazie all'aiuto di tanti benefattori, siamo riusciti ad acquistare un terreno e a costruire questa casa inaugurata ieri, ma che è già diventata il centro di una rete di attività di accoglienza e di supporto alla popolazione locale».
La casa è situata nella zona di Croix de Bousquet, periferia di Port-au-Prince, la capitale. Destinatari dell'intervento sono in particolare famiglie molto povere, nella maggior parte composte da mamme sole con figli.
«Con loro abbiamo sviluppato attività di doposcuola e semplici laboratori di cucina, orto, disegno – prosegue Vignato –. A questi bambini garantiamo anche la frequenza scolastica aiutando le famiglie nel pagamento delle iscrizioni e di tutti i materiali necessari».
Attualmente sono presenti ad Haiti come missionari Andrè Volon e Ines Meggiolaro, oltre a due “caschi bianchi”, giovani in servizio civile: Davide Crema e Martina Chiesa. In questi anni anche altre persone hanno però collaborato alla missione di Haiti, tra cui Antonio Baccassino, che ora ha avviato una presenza della Comunità a Baghdad.